di Serena Reda
È al termine della messa serale del primo sabato di agosto che l’Unitalsi saluta don Pio Costanzo. Lo storico sacerdote di Cristo Re affiderà la Parrocchia il 1° settembre al suo successore, don Gianluca Rosati.
Presso l’anfiteatro Karol Woytjla i volontari del gruppo hanno commosso i fedeli con le parole rivolte al sacerdote. «Un forte grazie va a don Pio – spiega infatti Domenico Travaglini dell’Unitalsi – nel tempo la piantina seminata dal predecessore don Marino ha dato un grande frutto». Prosegue il portavoce dei volontari rivolgendosi al parroco: «Solo una cosa non sei riuscito a fare, acculturare i tuoi parrocchiani che però hanno un grande cuore». Intatti è stato il grande cuore della comunità a portare alla decisione di donare al parroco una targa e un telefonino. «Così sarà tecnologico anche lui» scherza Travaglini. Alla serata hanno partecipato anche i cori parrocchiali.
Don Pio è arrivato a Porto d’Ascoli nel 1966 continuando l’opera di Don Marino che viene definito dallo stesso parroco come «illuminato». In tutti questi anni, ha sempre predicato e praticato accoglienza e carità. Tra onori e censure che gli sono stati tributati si può affermare sia stato uno dei parroci più innovatori della diocesi. Noto anche per le sue opinioni che, piaccia o no, sono state sempre dalla parte dei più poveri e dei più piccoli. Oggi, parlando davanti ai fedeli, ricorda la storia di un ragazzo malato di nome Cecè e di quando in mondovisione il papa lo aveva abbracciato. Dopo quel momento, rievoca Don Pio «Anche i giornalisti americani volevano intervistarlo».
L’accoglienza, comunque, non conta usando i numeri ma la memoria lo fa. La memoria, tra l’altro, è una croce e delizia che può portare solo chi c’è da un po’. Come Don Pio, così anche l’Unitalsi ha da festeggiare molto. Sono trascorsi infatti ben 50 anni da quando il gruppo di Porto d’ Ascoli è nato per offrire aiuto a chi è in difficoltà. La fondazione vuole promuovere la solidarietà verso le persone che vivono situazioni di disagio.
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