Il ds bianconero Antonio Tesoro parla del mercato
di Claudio Romanucci
Tre giorni alla chiusura del mercato in uscita verso la Serie C e 9-10 esuberi, ovvero calciatori da collocare. Il direttore sportivo dell’Ascoli, Antonio Tesoro, tira la linea. «La svolta è stata la sconfitta con la Viterbese – rivela Tesoro – prima di quel 4-0 si voleva mediare tra il precedente progetto tecnico e il nuovo. Su tanti elementi avevamo dei dubbi che ci portavamo fin dal ritiro, ma è quella partita che ci ha dato delle indicazioni dal punto di vista tecnico e anche emotivo. Con la preoccupazione addosso, abbiamo optato per una rivoluzione accelerando i tempi rispetto a quello che volevamo fare secondo i programmi. Di questo vorrei ringraziare la società che ha dimostrato di non avere paura permettendomi di poter operare senza troppi vincoli. Mi ha permesso di arrivare a certi obiettivi che magari ci erano sfuggiti all’inizio: tutta gente che ha detto di voler fare il meglio per l’Ascoli. Sono contento per aver preso giocatori di prestigio per la categoria – spiega Tesoro – alcuni di prospettiva e anche giovani molto interessanti. Percepisco un buon entusiasmo dalla piazza, ma bisogna avere purtroppo i piedi per terra. Tra il paradiso e l’inferno, con 19 squadre, l’intercapedine è molto più sottile».
Poi la patata bollente, cioè i giocatori che non accettano altre destinazioni: «Comprendo chi non ha squadra – dice il diesse – ma quando i giocatori non accettano una o più scelte perché hanno una valutazione di se stessi più alta, o vogliono buone uscite, io non sono da meno. Non abbiamo paura di avere 6-7 giocatori fuori lista. Castellano, che ha fatto 11 minuti, ha rifiutato Juve Stabia, Fano e altre di C. De Feo ha avuto mercato, ma non ha trovato la soluzione, Santini è vicino all’Alessandria, Martinho aveva rifiutato la Ternana, Mignanelli ha ritenuto non opportuno non andare a Catanzaro e Pisa, Rosseti non vuole al momento scendere di categoria ma non rappresenta un problema tecnico. Spero che a breve qualcuno riveda le proprie idee. Mengoni? Non sarà mandato via da noi».
Finale con curiosi retroscena sulle operazioni concluse e quelle sfumate: «Ninkovic aveva una concorrenza elevata, dal Partizan a squadre della Serie A russa, poi Chievo e Parma. Abbiamo dovuto coccolare un ragazzo che ha una potenzialità infinita, e alla fine l’abbiamo convinto. Petkovic? Ci ho perso un mese, è stato un dispiacere. Avevamo fatto tutto bene e trovato anche l’accordo. Poi l’ha chiamato la squadra che sognava da bambino. Vacca è stata anche una lunga telenovela, Casarini lo avevamo sondato a luglio ma eravamo bloccati dal futuro del Novara».
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