di Maria Nerina Galiè
Fulmini per la chiesa ascolana del Santissimo Crocifisso dell’Icona a Porta Romana, mentre 256.830,83 euro “cadono” su quella dei Santi Pietro e Paolo, in via Amadio, sempre di Ascoli, con decreto 1476 del 25 luglio 2018 dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione ed a seguito dell’ordinanza commissariale numero 32. Finanziata anche la relazione geologica, esclusa un mese prima dalle spese ammissibili.
La parte più danneggiata dell’edificio religioso, che è sempre rimasto fruibile ai fedeli, è l’altare maggiore dove è visibile una vistosa spaccatura delle pareti nella zona dell’abside. Nella relazione del Mibact allegata all’ordinanza sindacale di dicembre 2016 si parla di “lesioni passanti sulle fasce di piano in corrispondenza della parete dell’abside con fuori piombo della muratura esterna”. Problemi anche per l’arco trionfale ma anche per tutte le parti che, caratterizzate da “discontinuità murarie e costruttive”, si sono indebolite a seguito delle sollecitazioni sismiche.
La perizia tecnica evidenzia anche un’altra criticità: “Gli effetti del meccanismo si accentuano notevolmente quando la parete sottostante è di spessore esiguo e di scarsa qualità costruttiva, come nel caso specifico della parete est di chiusura dell’edificio che è in muratura a due teste con presenza di vuoti, sconnessioni ed inserti in legno in pessimo stato di conservazione. Lo stato fessurativo in questo caso induce anche a supporre l’attivazione di un principio di ribaltamento della parete fuori dal piano, accentuato dai movimenti indotti in direzione est-ovest dallo sciame sismico, meccanismo che potrebbe avere conseguenze pregiudizievoli sia nel caso di ribaltamento verso l’interno ed ancorché verso l’esterno”.
Tutta l’opera di messa in sicurezza avrà un costo totale di circa 260.000 euro. In questa spesa è inclusa la perizia geologica esclusa totalmente, come detto, da un precedente decreto datato 21 giugno 2018. Immediato il ricorso del tecnico incaricato dalla Diocesi di Ascoli, l’architetto Andrea Fioravanti, che ha ottenuto un importante riconoscimento che economicamente vale quasi 3.500 euro. Ma ancor di più sancisce che “la relazione geologica è ritenuta necessaria e indispensabile in quanto i suoi dati sono stati utilizzati dall’ingegnere strutturista per la determinazione delle azioni sismiche agenti sulla costruzione”, si legge nelle motivazioni che hanno portato l’ufficio speciale per la ricostruzione a rideterminare l’importo.
“Altresì non si ritiene ammissibile la spese per la redazione della analisi storico-critica in quanto l’elaborato presentato non è conforme ai requisiti richiesti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali”.
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