Giornalismo in lutto:
si è spenta Diana Marilungo

FERMO - La giornalista, penna storica delle pagine locali de "Il Messaggero", è deceduta questa mattina all'età di 67 anni. Il ricordo di Franco De Marco
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Diana Marilungo

di Sandro Renzi

Lutto nel giornalismo marchigiano. Questa mattina all’età di 67 anni si è spenta Diana Marilungo. Penna storica delle pagine locali de “Il Messaggero”, con cui aveva collaborato per oltre trent’anni, Marilungo aveva interpretato il giornalismo come una missione, senza mai perdere di vista i valori deontologici dettati dalla professione. Osservatrice attenta delle dinamiche amministrative, con un occhio di riguardo alla sua Fermo, Diana aveva in passato dato vita al giornalino “La piazza” per raccontare, dal salotto buono della città, tutto ciò che riguardava il palazzo di via Mazzini.
Negli anni ha raccontato le vicende politiche del capoluogo, seguito importanti fatti di cronaca nera, con uno stile ed un tratto essenziali e puntuali. Taccuino alla mano e regitratrore in borsa viveva per il giornalismo. Sempre vicina alle tematiche ambientali di cui si era fatta portavoce sin dalle sue esperienze universitarie a Roma dove di era laureata, aveva iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo da giovane
Moglie del collega Rolando Cirenei, anch’egli penna storica del Corriere Adriatico, prematuramente scomparso a 60 anni nel 2015. La Marilungo negli ultimi due anni aveva assunto la direzione del sito di informazione online “Infofermo” fondato dal marito. Da diversi giorni ricoverata all’ospedale di Fermo, questa mattina il suo cuore ha smesso di battere lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del giornalismo fermano e nella sua città, Fermo, dove era amata e stimata, come donna e come professionista. Aveva iniziato con il Messaggero nel 1985 seguendo la pagina di Porto San Giorgio. Nella metà degli anni Novanta ha iniziato a seguire la città di Fermo. I suoi esordi da giovanissima dentro Radio Città Campagna.

Il ricordo del collega Franco De Marco. «Cara Diana adesso sono sicuro che anche da lassù ti sarai già messa al lavoro per aprire un giornale cartaceo o online, per fare una qualche pubblicazione, pronta a raccontare cosa accade in quel territorio» la ricorda De Marco, ex capo servizio de “Il Messaggero” e consigliere dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche. «Sono stato io, 35 anni fa, quando presi la guida della redazione di Ascoli, a contattarla per farla diventare nostra collaboratrice da Fermo. Per tutti questi anni, fino alla chiusura del Messaggero nelle Marche, per lei un dolore immenso, Diana è  stata la storica reporter da Fermo. Non si è mai tirata indietro. Per lei il giornale era la vita. Una giornalista, pubblicista dal 1998, di prima linea come pochi. Aveva una miriade di relazioni e conoscenze che le consentivano sempre di avere e approfondire notizie. Pronta a seguire cronaca nera, politica e cultura, forse la sua principale passione». «Per tanti anni non si è mai risparmiata nonostante i compensi modesti, una vita molto difficile a causa della salute precaria e, dal 2015, profondamente colpita anche dalla morte del marito Rolando Cirenei giornalista anche lui. -continua De Marco- Anche quando era costretta a stare in ospedale ci mandava notizie ed articoli. A noi del Messaggero come anche al suo sito Infofermo.it, la sua creatura, del quale era diventata direttore dopo la morte del marito. Aveva il giornalismo nel sangue. Il giornale era la sua “medicina” di fronte alla malattia e alle avversità della vita. Addio Diana. A nome di tutti i colleghi del Messaggero che fu, e dell’Ordine del Giornalisti delle Marche, ti ringrazio per quello che hai fatto e ti chiedo anche scusa se qualche volta sul lavoro ti abbiamo fatto arrabbiare. Ma il giorno dopo ti rimettevi sotto. Un abbraccio grande. Grazie».
Cordoglio per i familiari a cui vanno le più sentite condoglianze delle redazioni di Cronache Fermane, Cronache Ancona e Cronache Picene.
La camera ardente è stata allestita dalle pompe funebri Luzi presso l’ospedale di Fermo. I funerali si terranno lunedì 10 settembre alle 10,30 nella chiesa di Sant’Alessandro, a Fermo.

 

 


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