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Fenati, ritirate tessera e licenza
Armando De Vincentis
«Ha sbagliato, ma va perdonato»

ASCOLI - Dopo il folle gesto compiuto dal pilota ascolano sul circuito di Misano nei confronti di Manzi, interviene il delegato del Coni di Ascoli. L'ex olimpionico: «Chi nella vita non ha commesso due o tre cavolate? Gli errori ti insegnano a vivere. Solo in questo modo otterremo un ragazzo migliore». Giornali, tv e radio: il day after è stata una micidiale no stop in cui tutti hanno detto la loro, compreso il diretto interessato. La discutibile decisione dei due Gran Premi di stop, diventata inutile dopo la presa di posizione del suo team. Romano intanto annuncia di non voler tornare a correre: "Voglio completare gli studi". E la Federazione adotta la misura più drastica
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Romano Fenati premiato il 6 dicembre 2017 all’Hotel Casale nel corso di una cerimonia organizzata da Coni, Panathlon e Fondazione Simona Orlini. Accanto a lui il sindaco Guido Castelli che in passato l’ha premiato diverse volte (Foto Perozzi)

di Andrea Ferretti

L’eco del folle gesto compiuto da Romano Fenati sulla pista di Misano non si placa. Dopo una domenica da incubo, sportivamente parlando, è già alle spalle anche il day after. Cioè il giorno delle dichiarazioni, delle prese di posizione e dei commenti più disparati da tutto il mondo, sportivo e non. Ma è stato anche il giorno dei contratti rescisssi e di quelli strappati. Tranne il Presidente della Repubblica e Papa Francesco, almeno finora, tutti hanno insomma giustamente detto la loro. Ma “il giorno dopo” è stato anche quello delle scuse di Romano Fenati, il quale non si è limitato a parole di circostanza come aveva fatto a caldo ai box. Consigliato bene (stavolta sì, per fortuna) da chi gli è vicino, l’ex “FennyFive” (si chiamava così per il numero 5, poi quest’anno ha avuto il 13 che tutto gli ha portato meno che fortuna) ha detto cose che quasi non sembrano essere uscite dalla bocca di chi ventiquattr’ore prima aveva commesso quella follia a 200 orari. E, intervistato da Sport Mediaset, ha anche aggiunto: “Chiedo scusa a tutti, soprattutto ai bambini. Non volevo far del male a Manzi ma solo fargli capire che doveva smetterla. Comunque non lo rifarei. A mente fredda dico che non voglio tornare a correre. Voglio finire gli studi”.

Armando De Vincentis

La vicenda, comunque, è chiusa. La decisione di squalificarlo per due Gran Premi – nulla rispetto alla gravità di quanto accaduto – può essere paragonata solo al caos calcistico che stanno vivendo i campionati di B e C dove non si capisce che succede e dove chi di dovere non sa che pesci prendere. A Romano Fenati junior (senior è il nonno che lo mise in sella bambino pilotandolo fino ai successi internazionali) il verdetto l’hanno sancito i due team a colpi di cancellina: Marinelli Snipers gli fa chiudere il Motomondiale 2018, MV Agusta non gli fa cominciare quello del 2019. Che Fenati potesse continuare, chissà come e chissà dove, la sua carriera nel Motomondiale era improbabile ma non impossibile. Ora invece è certo perchè la Federazione Motociclistica Italiana (Fmi) lo ha sospeso da ogni attività con ritiro della tessera e della licenza velocità. Lo ha deciso il tribunale federale della Fmi su richiesta del procuratore federale Antonio De Girolamo. Richiesta integralmente accolta. per Fenati è ora prevista un’audizione, con la facoltà di farsi assistere da un difensore, per venerdì 14 settembre. Dare addosso a questo ragazzo è giusto, ma se poi dalle parole di disapprovazione (che ci stanno tutte) si passa a insulti e minacce sul web allora il discorso cambia. Di cosiddetti leoni da tastiera è pieno il mondo. Ma poi ci sono le conseguenze penali e, quando i “felini” piangono dopo sentenze di condanna, non lo scrivono mica.

L’immagine che ha fatto il giro del mondo

Fenati non va giustificato, ma va perdonato. E, soprattutto, aiutato. Chi la pensa così non è uno qualunque, ma Armando De Vincentis, delegato provinciale del Coni di Ascoli, due Olimpiadi, campione d’Italia, capitano della Nazionale azzurra di atletica, ex assessore comunale allo sport. Una sorta di “totem” dello sport, non solo ascolano. De Vincentis conosce bene Fenati, c’era anche lui quando il 10 dicembre 2017 il Coni lo premiò in una cerimonia all’Hotel Casale di Colli del Tronto. Quello fu solo uno dei numerosi riconoscimenti che negli ultii anni ha visto il pilota più sui palchi a ritirare premi che non in pista a girare.

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La dimostrazione di come la città di Ascoli – almeno fino a domenica – l’avesse scelto come uno dei simboli dello sport, messaggero ascolano nel mondo. «Fenati ha sbagliato, e su questo no ci sono dubbi – dice Armando De Vincentis – ma vorrei conoscere una persona che nella vita non abbia commesso due, tre cavolate (ha usato un altro termine, ndr). Va però perdonato perchè gli errori ti insegnano a vivere e anche io ne ho commessi tanti. Ho avuto anch’io momenti difficli nella mia vita, ma li ho superati e alla fine credo che qualcosa ho fatto no? Solo in questo modo – aggiunge – otterremo un ragazzo migliore».

 

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