Le premesse c’erano, e quanto pare si stanno rivelando solide. Dopo la difficile annata registrata lo scorso anno, a causa della siccità, il 2018 e il Piceno citano Ridley Scott ed il suo film del 2006 con Russell Crowe: “Un’ottima annata”.
«Sicuramente la quantità di uva che stiamo raccogliendo in questi giorni è buona sia per qualità sia per quantità. Avremo un raccolto superiore a quella dell’anno scorso quando le piogge scarse hanno inciso sulla produzione» spiega uno degli addetti ai lavori della Confederazione Italiana Agricoltori di Ascoli, Daniele D’Ercoli. Nel 2017 il calo della produzione di uva nel Piceno si aggirò intorno al 30%.
A livello regionale l’incremento previsto è del 25% per la produzione di vino. Quella italiana di vino e mosti dovrebbe passare dai 653.000 ettolitri del 2017 agli 813.000 ettolitri. Una previsione, relativa alla regione, che appare in linea con quanto avviene nel resto d’Italia. Gli esperti dell’Ismea che hanno curato l’indagine hanno espresso come giudizio di sintesi una “situazione ottimale nelle Marche”. «Un inverno a tratti freddissimo, soprattutto nella prima decade di febbraio, ha mantenuto temperature sotto lo zero per circa una settimana – si legge nel rapporto – “disinfestando” il terreno da spore e larve come non accadeva da diversi anni.»
Oltre ad una quantità abbondante, si attendono equilibrio e finezza per le uve bianche del Verdicchio e Pecorino in particolare. Inoltre, la disponibilità di acqua nel suolo ha agevolato l’assorbimento dell’azoto che permetterà lo sviluppo di profumi e aromi che contraddistinguono i vini regionali e il buon gradiente termico giorno/notte ha fatto il resto. La maggiore disponibilità di acqua comporterà vini meno robusti rispetto all’anno passato e a tal proposito si attendono due gradi in meno, ma saranno vini equilibrati, profumati, espressivi e non eccessivamente alcolici.
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