Far diventare il cuore ferito dell’Italia patrimonio dell’Umanità. E’ la sfida lanciata dal Mula (l’organismo che riunisce le regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo) presieduto da Umberto Trenta attraverso la ricostruzione storica che tuteli i borghi terremotati. La proposta sarà recapitata nei prossimi giorni al premier Giuseppe Conte. «Il Cur è il fondamento delle azioni strategiche che dovranno essere messe in campo -dice Trenta- per far ripartire l’economia anche attraverso l’enogastronomia, il patrimonio agro-silvo-pastorale, lo sfruttamento eco compatibile e le risorse idriche da sorgente».
Il Cur e il Fondo Strategico Permanente in ambito Mula, sono di fatto un progetto permanente, che verrà utilizzato ogni qualvolta ci sarà una catastrofe: il sisma del 2016 è la prima utilizzazione. Al progetto partecipano i sindaci di Arquata del Tronto, Norcia, Amatrice, Accumoli e Valle Castellana. Secondo Trenta «il Cur sostituisce i piani regolatori in vigore in questi Comuni e costituisce un quadro normativo finalizzato ad uniformare le disposizioni, gli strumenti amministrativi e le procedure delle quattro regioni colpite dal terremoto». Gli obiettivi sono lo sviluppo di un’azione strategica comune volta ad una ricostruzione sostenibile, la ristrutturazione del tessuto produttivo e sociale, il potenziamento delle reti e delle infrastrutture. «La pianificazione della ricostruzione -conclude Trenta- in deroga totale per pubblica utilità rispetto agli strumenti urbanistici vigenti ed ai regolamenti regionali, è affidata ad un Comitato tecnico-scientifico del Cur che ci permetterà di far diventare il cuore dell’Italia Patrimonio dell’umanità».
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