«Mia figlia è morta a 25 anni
e ora ho anche lo stipendio pignorato»

MATELICA - Lo sfogo di Nadia Chirielli, madre di Giusy Bartilotta, stroncata da una malattia a dicembre dell'anno scorso. Durante il ricovero la donna non è riuscita a pagare l'affitto e il padrone di casa è andato avanti con una ingiunzione
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Nadia Chirielli con la figlia Giusy

 

di Monia Orazi 

L’altro lato della malattia di una persona cara, sono le giornate di lavoro perse per assisterla, la vita che si ferma, le incombenze che si accumulano, insieme alla speranza che le cure facciano effetto e che torni il sorriso e la serenità in famiglia, per lasciarsi alle spalle una pagina difficile e piena di dolore. E’ quanto accaduto alla 45enne Nadia Chirielli di Matelica (Macerata), madre di Giusy Bartilotta, morta a 25 anni nel dicembre dell’anno scorso, e di altri quattro figli, separata, che ha sempre lavorato, portando avanti con il sorriso la piccola “tribù”, che ogni sera l’aspettava a casa.

«Tutto scorreva tranquillo sino a quattro anni fa, quando all’improvviso mia figlia maggiore Giusy, poco più che ventenne, si ammala all’improvviso. Una malattia rara, quasi impossibile da curare. Sei lunghi mesi di ricovero ad Ancona, ho lasciato il lavoro e mi sono messa in aspettativa non retribuita, per assistere mia figlia, debilitata dalla lotta contro la malattia – racconta la donna – in quei mesi difficili, senza avere uno stipendio e con tante spese, non sono riuscita a pagare i cinquecento euro di affitto al padrone di casa, un imprenditore della zona, non certo perché non volessi pagare, ma perché non ci riuscivo». Alla fine si è accumulato, qualche migliaio di euro di debito. Diverse persone chiamano l’ex padrone di casa, raccontandogli delle difficoltà di Nadia Chirielli, chiedendogli di abbassarle l’affitto, ma nulla cambia. «Alla fine – continua la donna – i medici trovano un farmaco a Boston, la malattia non sparisce, in quanto incurabile, ma inizia ad essere sotto controllo. Passano alcuni anni in cui la salute di mia figlia migliora. Lei ha iniziato a lavorare come barista al bar Roma, gli altri quattro fratelli e sorelle, il più piccolo di tutti ha otto anni, continuano a crescere sereni. Subito dopo il terremoto, per evitare problemi e decisa a pagare tutto l’affitto arretrato, abbiamo lasciato la casa, anche perché la piazza era tutta transennata. Ci siamo trasferiti prima da un’amica, poi da un’altra». La crisi dell’azienda dove lavorava, le fa perdere il primo lavoro. Passa un po’ di tempo e la donna trova impiego come operaia in un’azienda di Fabriano, trovando nel frattempo un’altra abitazione in centro a Matelica.

Giusy Bartilotta

La scorsa estate la doccia fredda, la figlia 25enne improvvisamente peggiora. A luglio viene ricoverata di nuovo, ma questa volta i medici danno poche speranze. Ancora una volta Nadia Chirielli si mette in aspettativa non retribuita dal lavoro, perché la figlia ha bisogno di assistenza continua. Il male la consuma piano piano. I dottori le tentano tutte, anche un’operazione importante, ma nulla riesce a invertire la rotta, verso un epilogo tragico che sembra già scritto. In questo periodo tutta Matelica è a conoscenza del dramma della donna, anche perché la figlia essendo barista è molto conosciuta, sia perché inevitabilmente in un piccolo centro, si sa tutto di tutti. «Nonostante questo il vecchio padrone di casa, inizia con il proprio legale una procedura ingiuntiva, per richiedere il pignoramento di un quinto dello stipendio, per riavere indietro il dovuto – racconta ancora la donna – il primo tentativo non gli riesce, in quanto io essendo in aspettativa non retribuita, non percepivo nulla dall’azienda dove lavoro. Mia figlia è morta in un letto dell’ospedale di Torrette il 9 dicembre dell’anno scorso, il 12 dicembre le abbiamo fatto il funerale, il 13 c’era l’udienza in tribunale».

Il giorno del funerale un lungo corteo di oltre un migliaio di persone, rende l’ultimo saluto a Giusy Bartilotta. Il 13 dicembre la madre, che è assistita dall’avvocato Fernando Salvetti, è chiamata in tribunale per l’udienza relativa al pignoramento, mai interrotta dall’imprenditore, che rivuole i soldi a tutti i costi. Era stata tentata da conoscenti della donna una mediazione, per raggiungere un accordo sul pagamento degli affitti dovuti, purtroppo non andata a buon fine, per l’inflessibilità dell’uomo. Parte una nuova procedura, che questa volta va a buon fine, in quanto a gennaio, Nadia Chirielli dopo aver perso la figlia ha ricominciato a lavorare nell’azienda fabrianese, la quale di fronte al titolo ingiuntivo, non ha potuto opporre nulla. Così alla tragedia vissuta dalla famiglia, si è sovrapposto un grottesco ed implacabile agire della burocrazia, per il volere dell’ex padrone di casa, che non si è fermato di fronte a nulla. Da pochi mesi ha ricominciato, tentando di voltare pagina, insieme ai figli, decisa a pagare sino all’ultimo centesimo quel vecchio debito, accumulatosi solo perché in quei momenti difficili non ha potuto lavorare. «Sto lavorando e pagherò tutto, sino all’ultimo centesimo, come ho sempre voluto fare», conclude la donna.

 


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