Ragazzino “ingestibile”, la madre
lo manda in una comunità

SAN BENEDETTO - Il provvedimento del Tribunale dei Minori ha ordinato la collocazione del ragazzo in una“idonea struttura comunitaria” dove verrò attivato nei suoi confronti un supporto di tipo educativo e continuativo, anche in vista del vicino raggiungimento della maggiore età
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Il Tribunale dei Minori di Ancona

L’amore di una mamma può arrivare a chiedere l’allontanamento di un figlio? Si, senza dubbio se è per il bene di quest’ultimo. E’ del 1 ottobre la decisione del Tribunale dei Minori di Ancona che, con provvedimento immediatamente esecutivo, ha disposto il trasferimento in una casa famiglia di un sedicenne, residente a San Benedetto del Tronto. Ad attivare i servizi sociali, che hanno dato il via alla procedura, è stata la stessa mamma del ragazzo la quale, dimostrando un grande senso di responsabilità, si era resa conto di non riuscire da sola a gestire una situazione che rischiava di degenerare da un momento all’altro.

E’ la storia di una giovane donna di origine greca che ha abitato con il marito e due figli piccoli in un paese dell’entroterra, fino a che lui non è volato per “altri lidi” pur rimanendo in zona. Rimasta sola con i bambini, la ragazza ha preferito cercare maggiore fortuna sulla costa, dove ha trovato una sistemazione fissa e diverse occupazioni che le hanno permesso, anche se a fatica, di mantenere se stessa e prima ancora i figli. Nessun aiuto morale e materiale da parte dell’ex marito, che nel frattempo si è risposato ed ha altri due figli, seppure sarebbe obbligato a contribuire in ragione di una sentenza del giudice. Da sola ed in terra straniera, la donna è riuscita comunque ad andare avanti per qualche anno, senza risparmiarsi nemmeno di fronte ai lavori più umili e faticosi, garantendo ai ragazzi di che vivere e permettendo loro di andare a scuola. Forse non è riuscita a dare il meglio si sé sotto l’aspetto educativo. Ma come biasimarla! Senza rendersene conto uno dei figli ha preso una brutta piega. Bocciato più volte, raggiunta l’età che lo sollevava dall’obbligo scolastico, nella scorsa estate aveva trovato un lavoro perso però dopo pochi giorni per assenza ingiustificata. Un ragazzo difficile, spesso incline alla violenza, fuori e dentro casa ai danni della mamma in particolare.

Questa, disperata davanti all’ennesima esplosione di rabbia avvenuta a fine agosto per avergli negato dei soldi, ha chiamato in aiuto i servizi sociali che da tempo stavano tenendo la situazione sotto controllo proprio su sollecitazione della donna. Immediato il provvedimento del Tribunale dei Minori che ha ordinato la collocazione del ragazzo in una“idonea struttura comunitaria” dove verrò attivato nei suoi confronti un supporto di tipo educativo e continuativo, anche in vista del vicino raggiungimento della maggiore età. Non solo. I magistrati del capoluogo marchigiano si riservano di intervenire anche sulla limitazione della responsabilità genitoriale.

m.n.g.


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