di Benedetto Marinangeli
«La scelta di Giorgio Roselli è stata concordata con la società. Ne conosco bene la carriera e con la sua esperienza ci aiuterà a risalire la china». Il diesse rossoblù Giorgio Lamazza presenta così il nuovo tecnico della Samb. «Possiede – aggiunge- anche delle ottime qualità umane e saprà, quindi, guidare al meglio la squadra. Inoltre ha sempre fatto bene ogni volta che è subentrato e mi auguro che continui così. Preciso che è la prima volta che lavoro insieme a Roselli anche se nella stagione 2011-2012 a Lecco c’eravamo andati molto vicini».
«Essere chiamati ad allenare – le prime parole di Giorgio Roselli – dal direttore sportivo e dalla società senza conoscersi minimamente è una bella soddisfazione. In un modo del calcio in cui avere delle amicizie importanti è garanzia di lavoro, questa cosa non può che darmi soddisfazione. Arrivo in punta di piedi con l’intento di risollevare la Samb e conquistare una piazza che conosco bene per averci giocato contro da calciatore al vecchio stadio. Sono queste le società in cui mi piace allenare, quelle dove ci sono gli stimoli giusti. Come a Cosenza quattro anni fa, con la squadra ultima in classifica. Ci salvammo e vincemmo anche la Coppa Italia. Per me è una nuova sfida in cui voglio fare il meglio possibile».
Insomma la ricostruzione della Samb passa per Giorgio Roselli. Il nuovo tecnico avrà il compito di risollevare le sorti di una squadra sull’ orlo di una crisi di nervi. «Ho visto – dice – i ragazzi un po’ demoralizzati. Non dovrebbe accadere, ma sono giovani e devo essere io per primo ad essere bravo a fare cambiare questo atteggiamento. Bisogna trasformare la nostra delusione ed il malumore del pubblico in applausi. Questo avviene se vinci ma anche quando si dà tutto per la maglia che si indossa. Poi si può anche sbagliare in campo, ma ciò che conta è mettere in campo il giusto e dovuto atteggiamento mentale».
Sul lato squisitamente tecnico ecco il Roselli-pensiero. «Tutti noi abbiamo un’idea di gioco ma ciò che conta è mettere i calciatori in base alle loro caratteristiche tecniche. Preferisco snaturare chi ha meno qualità piuttosto chi, invece, può fare la differenza. La Samb deve avere una sua fisionomia. Non sono un integralista perché è il campo a dettarti le situazioni e le eventuali variabili. Per me conta avere organizzazione quando gli avversari sono in possesso palla e fantasia, invece, quando ce l’abbiamo noi. Il mio primo lavoro con i ragazzi sarà quello di dare loro certezze e sicurezza sotto il profilo tecnico per incidere contemporaneamente sul lato psicologico».
Sul futuro rapporto con il vulcanico patron Franco Fedeli, Roselli è esplicito. «Nel mondo del calcio si legge, si sa tutto. Io ho altri compiti e non parlerò mai né del presidente e neppure della società. Sono venuto a San Benedetto con l’obiettivo di far bene per la squadra e per la città». Con l’arrivo di Giorgio Roselli è rientrato anche il caso Stanco. Il centravanti rossoblù non era stato convocato per la trasferta di Gorgonzola per decisione dei vertici del club marchigiano. «Stanco – spiega il diesse Francesco Lamazza – è un patrimonio della società ed è a disposizione di Roselli. Deve essere aiutato da tutti e soprattutto bisogna recuperarlo a livello mentale, problematiche che stiamo cercando di risolvere insieme al ragazzo. Per noi è un calciatore importante”. “Stanco lo conosco bene –glissa Roselli- ma stiamo parlando di una situazione che non ho vissuto in prima persona. Sicuramente, però, se un calciatore non risponde in campo, la responsabilità è di noi allenatori».
Per quanto riguarda possibili infine nuovi innesti nella Samb, Lamazza mette subito in chiaro le cose. «Roselli prende in mano questa squadra, con la rosa attuale. Abbiamo sempre due posti over liberi, si vedrà in seguito».
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