Di Caro, mostra coi grandi del cinema
Dal tè con Morricone al mito Tarantino

ASCOLI - Fino al 31 ottobre la biblioteca "Gabrielli" ospiterà i ritratti di una cinquantina tra i 300 personaggi immortalati dal fotografo ascolano nel corso della lunga carriera al servizio dei David di Donatello. Una super galleria con Sordi, Monicelli, Scola, Risi, Claudia Cardinale, Toni Servillo e tanti altri. «La foto che non ho mai pubblicato? Quella a Fellini già malato»
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L’assessore Dragoni, Di Caro e Palumbo davanti ad alcuni scatti della mostra (foto Desirée Di Caro)

di Luca Capponi 

Alberto Sordi, Claudia Cardinale, Ettore Scola, Toni Servillo, Ennio Morricone, Dino Risi, Quentin Tarantino, Mario Monicelli nella sua ultima foto prima di morire. La lista è lunga, arriva fino a 300 artisti, anche se in esposizione ce ne sono “solo” una cinquantina. Fatto sta che non ci vuole molto a capirlo: la galleria realizzata da Giuseppe Di Caro negli oltre dieci anni trascorsi da fotografo ufficiale dei David di Donatello è di quelle che fan tremare i polsi.

Con il mito Lucio Dalla

Provare per credere a vistare la mostra che fino al 31 ottobre sarà negli spazi della biblioteca “Gabrielli”, ad ingresso libero dalle 9 alle 19. Un tributo doveroso che la città di Ascoli rende ad uno dei suoi artisti più validi, da sempre a contatto coi mostri sacri della settima arte con discrezione, umiltà e soprattutto talento. Non a caso quello che probabilmente è il premio più noto del cinema italiano, il David appunto, lo vede protagonista dal lontano 2006; nel libro che celebra il sessantennale del premio, che di Caro ha voluto donare alla biblioteca, ci sono tante immagini da lui scattate, tra cui quella a Servillo nel foyer del teatro Ventidio Basso.
«La location della biblioteca, il tempio della conoscenza e del sapere, rappresenta il contesto ideale per esaltare questa mostra, un lavoro straordinario che ci rende fieri di avere un concittadino come Di Caro» spiega l’assessore alla cultura Piersandra Dragoni. A cui fa eco il direttore della biblioteca Roberto Palumbo: «In città ci sono talenti e personaggi magari meno noti ma di grande impatto e valore. -aggiunge- Lo scopo è quello di raccontare le loro storie in maniera originale, come solo qui può avvenire. Nel corso dei mesi avremo vari appuntamenti di questo tipo, dopo Di Caro sarà la volta dell’illustratrice Claire Piece e poi daremo spazio anche alla storia. Sveleremo il programma un po’ alla volta».
Dal canto suo Di Caro si mostra pacato come al solito ma emozionato per essere in “patria” a presentare un’esposizione che dietro vanta mille aneddoti che ci vorrebbe più di un libro per raccontarli tutti. «Ho ritratto tanti artisti, è vero, e con alcuni di loro sono entrato in sintonia; penso al maestro Armando Trovajoli o a Ettore Scola, che mi aprì la sua casa. Tra i ricordi più piacevoli, il tè preso con Morricone e l’incontro con Angela Finocchiaro, sicuramente la più simpatica che ho avuto modo di fotografare. Gli artisti sono creature magiche e particolari, spesso a creare “scompiglio” sono agenti e uffici stampa, senza di loro la “strada” è più semplice; persino Giulio Andreotti si mostrò disponibile, lo immortalai all’indomani di un periodo molto caotico, a pochi giorni dall’uscita del film che Sorrentino girò sulla sua figura, “Il divo”, che lui definì “una mascalzonata”».

Di Caro con Morricone

«Tarantino era circondato dagli uomini della sicurezza, mentre Gina Lollobrigida tirò fuori dalla cassaforte uno dei pochi David interamente d’oro mai prodotti, che custodisce nella sua casa-tempio. -continua Di Caro- Monicelli mi ricevette in vestaglia, era già provato dalla malattia, una ventina di giorni prima di porre fine alla sua vita. Rammento con piacere la visita a Casa di Emi De Sica, nei saloni dove il padre Vittorio e Rossellini parlavano del neorealismo. La foto che non ho mai pubblicato? E’ quella che feci a un Fellini già malato, promisi di non divulgarla e così feci, ce l’ho ancora nella borsa».


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