di Andrea Ferretti
Cena, corteo e fiaccolata dei tifosi allo scoccare della mezzanotte. Il giorno dopo, in rapida successione, inaugurazione della mostra di maglie storiche e taglio del nastro allo store bianconero. E il giorno dopo ancora, la vittoria a Benevento. Il 120° dell’Ascoli non poteva essere festeggiato in maniera più degna, proprio nella settimana dell’uno-due rifilato a Verona e Benevento che pochi mesi fa giocavano in A. La festa proseguirà con iniziative già in atto, e altre in arrivo. Tra le novità di sabato prossimo al “Del Duca”, in occasione della gara interna con il Padova, è prevista la presenza – non è una prima assoluta – della Quintana. Ci sono cinque giorni di tempo per mettere a punto i dettagli, ma è prevista una esibizione di musici (chiarine e tamburini) e sbandieratori dei sei Sestieri.
Si rinnova il legame della rievocazione storica con tutto ciò di importante che succede ad Ascoli. In questo caso c’è di mezzo il 120° dell’Ascoli Calcio, che con la Quintana condivise per otto anni (dal 1955 al 1962) il campo sportivo “Ferruccio Squarcia”. Calcio d’inverno e Quintana d’estate, in attesa che terminassero i lavori per la costruzione del nuovo “Stadio delle Zeppelle”. Ma le strade, di fatto, non si sono mai separate, anche se i cancelli del “Del Duca” aprirono per la prima volta alla Quintana dopo 23 anni. Era il 3 aprile 1985 e quel mercoledì sera si giocava Italia-Portogallo, amichevole della Nazionale azzurra, il cui secondo tempo iniziò con un leggero ritardo. Gli sbandieratori della Quintana, infatti, si esibirono durante l’intervallo e, al loro rientro sul terreno di gioco, calciatori, panchine e terna arbitrale dovettero pazientemente attendere un paio di minuti perché “il numero” non era ancora ancora terminato. La Quintana, insomma, riuscì a… sbarrare la strada anche alla Nazionale di calcio. E quella era una Nazionale con il titolo di campione del mondo del 1982 ancora cucito addosso.
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