«Così ferirono il mio vicino di casa»:
a processo i rumeni che pestarono
un egiziano a San Benedetto

SAN BENEDETTO - In tribunale il racconto del presidente del quartiere Marina Centro testimone oculare dell'aggressione del vicino di casa egiziano da parte di alcuni giovani rumeni. La vittima rimase gravemente ferita con oltre 50 punti di sutura
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Il Tribunale di Ascoli (Foto Vagnoni)

«Ho visto colpire il mio vicino di casa. Lo prendevano a pugni e lo colpivano con qualcosa che aveva una lama: era insanguinato dalla testa ai piedi. Sono sceso in strada anche io e mi sono mezzo in mezzo e per fortuna non sono rimasto ferito. Mia moglie ha chiamato i Carabinieri e poi c’era anche altra gente che ha iniziato a urlare e sono scappati». E’ stata questa la testimonianza in tribunale dell’ex presidente del quartiere Marina Centro di San Benedetto, Giovanni Filippini, in merito all’aggressione subita dal vicino di casa egiziano, Elkot Ahmed, in via Aspromonte.

I fatti risalgono al 17 agosto del 2016 e l’uomo rimase gravemente ferito con tagli alla schiena e all’orecchio suturati in ospedale con oltre 50 punti. In seguito furono individuati gli aggressori in tre giovani rumeni, di cui uno solo al momento in carcere (e riconosciuto dal testimone) mentre gli altri sono latitanti. Il diverbio sarebbe scaturito dal fatto che i rumeni stavano urinando sul muro dell’abitazione di Elkot. Ne è scaturita una lite finita poi con gol ferimento dell’egiziano con un rumeno che avrebbe estratto un tirapugni affilato. Il caso, accaduto nella zona calda della movida sambenedettese, destò parecchio clamore per l’efferatezza del gesto. L’udienza è stata aggiornata al 16 novembre per ascoltare la parte offesa.


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