A destra Mario Maresca
«Riflessioni di un cittadino stanco di assistere allo sterile minuetto incapace di produrre risultati». E’ l’incipit della lettera aperta dell’ex direttore della sanità picena, Mario Maresca che interviene nel dibattito in corso sulla realizzazione del nuovo ospedale per acuti unico tra Ascoli e San Benedetto. «Il tempo -afferma Maresca- non è una variabile indipendente ! Dalla prima ipotesi progettuale ad oggi (in 20 anni) c’è stato un solo cambiamento: l’INVECCHIAMENTO della popolazione che ha provocato e provocherà sempre più l’aumento del costo unitario delle prestazioni sanitarie e ad isorisorse questo è un grave problema. Il necessario contenimento della spesa sanitaria ha provocato negli anni una evidente riduzione dei servizi, una problematica sostituzione del personale in quiescenza, un difficoltoso aggiornamento delle tecnologie, un sovraccarico di lavoro per il personale sanitario non più procrastinabile nel tempo etc etc. Il progetto di una nuova struttura è l’occasione imperdibile e strategica per ridisegnare tutto l’assetto inerente la filiera componente la risposta sanitaria. L’ospedale rimane comunque l’ultimo tassello che completerà la rivisitazione completa dell’assetto territoriale, dall’emergenza alla residenzialità. Il permanere di annosi problemi (liste di attesa , pronto soccorso etc etc) evidenzia la necessità di rivedere i comportamenti degli attori delegati. Il nuovo progetto è l’occasione attesa!» «E’ necessario -prosegue Maresca- che attori sanitari ,che oggi vedo silenti, escano allo scoperto e si aiutino a ridisegnare il loro futuro: primari, caposala, sindacati, dirigenti, medici di medicina generale devono condividere nuovi modelli di lavoro e non continuare a lamentarsi delle falle del sistema, falle certamente esistenti ma possibili da risolvere come ogni problema in una società che abbia voglia di crescere e non solo sopravvivere. L’ orgoglio di lavorare in una azienda all’avanguardia, il senso di appartenenza ad una struttura lodata e non vituperata dagli utenti rapresentano stimoli fondamentali anche per migliorare la propria vita di lavoro. Queste poche riflessioni buttate giù di getto potrebbero essere ampliate ed essere più dettagliate ma vogliono essere e diventare una provocazione costruttiva di una persona che ha lavorato molto per la sanità picena e desidera solo che la stessa abbia stimoli per consolidarsi e crescere. La vita -conclude- ha necessità di sogni progettuali la cui credibilità sarà foriera di attrazione per valide professionalità senza le quali non si potranno avere credenziali di qualità. Con estrema modestia sono a disposizione di chi intende raccogliere questa ipotesi di lavoro. La mia esortazione è rivolta a chi intende lavorare insieme a me per una riorganizzazione dell’offerta sanitaria del Piceno fuori da qualsiasi logica politica e dalle contrapposizioni oggi in atto. Chiedo scusa a chi eventualmente si sentisse provocato da queste considerazioni ma nelle stesse non c’era e non c’è volontà alcuna di polemica o di ostentazione di chissà quali qualità ma solo desiderio di dare un contributo a costruire un futuro migliore».
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