di Benedetto Marinangeli
«Quando mi sono insediato ho trovato appena 29.000 euro per il completamento del progetto di videosorveglianza. Oggi siamo arrivati a circa un milione di euro». In queste parole c’è tutta la soddisfazione del sindaco Pasqualino Piunti. Infatti, con decreto del Ministero dell’ Interno, San Benedetto è stata inserita fra le 428 città che si divideranno circa 37 milioni di euro per progetti relativi alla sicurezza. La quota del Governo è di 412.000 euro mentre quella che l’Amministrazione ha messo a bilancio di tasca propria è di 531.000 euro (90.000 già spesi e 440.000 euro previsti nei prossimi 3 anni). Alla fine nelle casse del Comune, per completare il piano telecamere entro il 2020, ci saranno 943.000 euro.
«Colgo l’occasione – dice Piunti – per ringraziare il prefetto Rita Stentella per avere firmato ed appoggiato in toto il progetto che abbiamo presentato al Viminale. Ci è stata riconosciuta l’importanza che la nostra Amministrazione ha sempre dato al tema sicurezza. Siamo stati fra i più premiati dal Ministero visto che prendiamo un terzo dei soldi stanziati per le Marche. Non ci fermiamo qui perché recentemente con la modifica al decreto Minniti potremo intervenire più incisivamente anche sulla movida molesta. Come sindaco potrò intervenire sugli orari d’apertura, potremo segnalare al Prefetto i casi di locali che reiterano nelle violazioni i quali rischiano da 500 a 5.000 euro di multa».
Il progetto adesso prevede 35 siti in cui installare le telecamere, un numero che potrebbe anche crescere. Nel piano vengono inserite anche le scuole cittadine che verranno monitorate dall’ esterno. Si tratta di un sistema di videosorveglianza particolarmente evoluto che si poggia sulla fibra ottica superando tutti i tradizionali sistemi di registrazione e trasmissione. Questo sistema sarà in grado di trasmettere dati ad altissima velocità e in futuro sarà al servizio di nuove tecnologie che potranno essere utili sia al controllo che ai servizi. E quindi nei prossimi 25 anni sarà ancora moderno. La nuova infrastruttura è di proprietà del Comune e non deve sottostare a condizioni economiche poste da terzi.
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