Ecco il progetto “Mettiamoli al sicuro”
Allarme e banco antisismico in classe
(Foto e video)

ASCOLI - Elaborato su spinta del Comitato Scuole Sicure, propone di diminuire il rischio durante le scosse affidandosi alle nuove tecnologie. Il presidente Gaspari: «La situazione non è più tollerabile, occorre agire. In attesa di nuove strutture questa è la soluzione migliore. Avvieremo una raccolta fondi, i prezzi sono accessibili»
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Il Comitato Scuole Sicure parla dei banchi antisismici

di Luca Capponi

Un modo per prevedere i terremoti non esiste. Ma un modo per mettersi al riparo in tempo forse sì. Ed il Comitato Scuole Sicure di Ascoli si sta battendo affinché questo sistema, per certi versi rivoluzionario, venga introdotto in primis nelle scuole del Piceno. Da quando è stato costituito, infatti, questo organismo composto dai genitori degli scolari (circa 400) ha trovato una situazione, dal punto di vista della sicurezza degli edifici, «disordinata, disorganizzata e soprattutto non sicura».

Gaspari illustra il progetto

Battaglie, proposte e confronti non hanno migliorato lo stato delle cose che da questo punto di vista parla chiaro, come spiega il presidente del comitato Enrico Gaspari: «In Italia solo il 30% degli edifici censiti possiede il certificato di agibilità/abitabilità, una media che ad Ascoli scende drasticamente».
Consapevoli che solo ricostruire da zero può rappresentare in certi casi la soluzione migliore per ridurre fortemente il rischio, in questi due anni il gruppo di genitori ha lavorato sul progetto “Mettiamoli al sicuro” senza risparmiarsi e avvalendosi della consulenza, tra gli altri tecnici, dell’ingegner Roberto Gregori.

Semplice, economica e sulla carta efficace la soluzione che propone il comitato: «Non potendo agire sulle strutture (la proprietà delle scuole è di Comune e Provincia) abbiamo pensato di dotare ogni classe di dispositivi per la salvaguardia della vita. -continua Gaspari- Il progetto, infatti, prevede l’installazione di sensori e banchi antisismici per una spesa inferiore ai 3.800 euro per classe. Tali sensori sono capaci di intercettare le onde primarie dei terremoti e quindi di dare l’allarme diversi secondi prima che arrivi l’onda secondaria, vale a a dire la scossa vera e propria, in modo da consentire di effettuare le manovre per mettersi al sicuro. Basti pensare, ad esempio, che durante la scossa del 30 ottobre 2016 ci sono stati ben 20 secondi di differenza tra l’epicentro ed Ascoli».
Il sistema, già testato in alcune realtà del nord est Italia (e ovviamente all’estero…) è prodotto da un’azienda siciliana sembra avere tutto per funzionare: «Ma ci devono essere banchi adeguati, capaci di resistere ad impatti ingenti, non quelli obsoleti che si trovano nella maggior parte degli istituti, dove i ragazzi a malapena riescono a infilare le gambe» va avanti il presidente, che ricorda come i sensori in oggetto «possono registrare anche segnali premonitori in casi di crollo dovuti a obsolescenza (sempre più frequenti) o al maltempo, come per la palestra di Villa Pigna, evitando conseguenze pesanti per tutti. Inoltre, possono fungere da allarme ben distinguibile che permetta di attivare immediatamente le procedure previste dal piano di emergenza».

I rappresentanti del comitato con l’ingegner Gregori (ultimo a sinistra)

L’idea e la determinazione del Comitato Scuole Sicure, dunque, ora andranno a lanciare la proposta sui tavoli di Comune e Provincia per far sì che questo strumento preventivo possa trovare la giusta sponda da parte delle istituzioni. «Il terremoto non ha niente di politico, non ci interessano i colori delle varie giunte ma solo la sicurezza dei ragazzi. Siamo pronti al dialogo e non ci fermeremo, presenteremo il progetto dovunque, crediamo possa essere anche un modo per dare lustro al Piceno, per una volta nei panni di antesignano. E’ nostra intenzione avviare una raccolta fondi affinché si arrivi a raggiungere la cifra necessaria in ogni scuola» ribadiscono gli altri membri, Milena Gagliardi, Roberta Profita, Barbara Pongetti e Daniela Albertini.
In conclusione, una citazione contenuta nel “biglietto da visita” del comitato: «La nostra storia è già lunga mentre noi stessi vorremmo che il comitato non avesse mai dovuto costituirsi e auspichiamo che scompaia al più presto. Significherebbe aver ottenuto scuole belle, moderne e soprattutto sicure». Parole piene di speranza, che nell’anno domini 2018, purtroppo, rappresentano ancora un’utopia.


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