Qui una volta c’era la pista ciclabile
Il caso della (ex) pista ciclabile sul fiume Castellano, un misto tra un’opera mal realizzata e uno spreco di soldi oggi abbandonato a se stesso (qui il nostro articolo con foto e video), è cosa purtroppo nota. Tocca a Italia Nostra, oggi, rilanciare quanto sta accadendo tra Porta Torricella e la Cartiera Papale, in quel tratto inaugurato solo qualche anno fa e poi miseramente franato persino dopo un nuovo ulteriore intervento di ripristino costato decine di migliaia di euro.
L’inciviltà regna
«E’ veramente incredibile la condizione di degrado in cui versa la pista. -spiega Gaetano Rinaldi, presidente della sezione ascolana- Probabilmente ottime erano le intenzioni di coloro che hanno realizzato questa importante opera, che volevano consentire la fruizione di una angolo magico del territorio piceno. Attualmente però non è possibile percorrere la pista nemmeno a piedi. Si tratta infatti di affrontare i rischi di una vera e propria pericolosa avventura, dovendo superare numerosi ostacoli: alberi caduti, frane incombenti, fondo del percorso coperto da detriti, pietre, erba scivolosa. Senza tener conto della completa interruzione del percorso nel tratto finale, in ogni caso nemmeno raggiungibile, per l’erosione e la caduta delle sponde provocate dalla piena del fiume».
L’intervento di Rinaldi si concentra anche su altri aspetti. «Non parliamo, poi, dei servizi igienici, peraltro mai entrati in funzione, dove sono stati divelte le porte, i lavabi, i gabinetti, le luci. -continua- Insomma, un vero disastro. Addirittura anche il ponte in legno realizzato nei pressi della Cartiera Papale presenta elementi di degrado insostenibile, tanto è vero che sui listelli che formano il calpestio del ponte si sono aperte, per evidente mancanza di un minimo di manutenzione, delle buche che preannunciano la sicura e progressiva distruzione del manufatto».
«Non parliamo poi -va avanti ancora Rinaldi- di quello che succede nel punto di collegamento con la strada di accesso al vicino parcheggio di Torricella. Qui non potevano mancare, tanto per completare l’opera, sacchi di immondizia e rifiuti che persone certamente molto civili hanno ritenuto di abbandonare in quella zona a dimostrazione imperitura del loro elevato senso civico. Ci chiediamo: è giusto che si siano state sprecate tante risorse per realizzare un’opera abbandonata poi a questo stato di totale degrado? E’ proprio in questa maniera che si intende rilanciare l’immagine della città e del territorio?».
Infine, l’ennesimo interrogativo e l’appello: «Se un visitatore per disavventura, attratto dal fascino del luogo e magari anche dalle immagini pubblicate sul calendario che Italia Nostra ha voluto dedicare al fascino dei sistemi fluviali del nostro territorio, dovesse avventurarsi nella zona ed iniziare a percorrere la pista, che idea si potrà fare della città? -è la conclusione- Ci auguriamo che le autorità ed amministratori ai vari livelli di competenza e responsabilità pongano il massimo impegno per trovare una soluzione a questa incredibile situazione creando le condizioni per un superamento delle criticità».
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