di Maria Nerina Galiè
Sostenibilità, territorialità della filiera e tracciabilità, insieme alla formazione, sono i principali temi ai quali la moda italiana affida il suo futuro. E l’artigianato ha un ruolo fondamentale per imporre il Made in Italy, in particolare nel settore del lusso. E’ questo in sintesi il concetto espresso da Doriana Marini, presidente regionale e vice presidente nazionale della Cna Federmoda che ha visitato la “Cachemire Factory Store” di Kiro (di Domenico Sacconi, che è anche vice sindaco di Comunanza, e della moglie Patrizia Guerrieri), il nuovo progetto nato da una costola del maglificio Santa Lucia di Comunanza.
Presente anche la Cna (Confederazione nazionale per l’artigianato e per la piccola e media impresa) con il presidente provinciale Luigi Passaretti , il direttore Francesco Balloni, Arianna Trillini del settore moda, il presidente regionale Fita Roberto Grazioli e Massimo Mancini che è anche costumista della web serie “Non voglio mica la luna”. L’innovativa start up è di alto livello artigianale e di prodotto. L’ultima idea è “Le gemme del territorio”: allegare al capo in cachemire un prodotto tipico locale. Adesso è il turno dello zafferano. Sono in molti a rispondere all’invito di partecipare all’AperiKiro, visita organizzata all’interno del laboratorio dove si ripercorrono le tappe che hanno portato la storica azienda manifatturiera dei Sibillini a intraprendere una nuova e coraggiosa avventura, una forma promozionale che porta gente a Comunanza.
Anche la Whirlpool si è interessata a Kiro. «Ci hanno contattato dalla sede di Fabriano – dice Sacconi – per proporci una sorta di convenzione, per promuovere eventi e momenti di approfondimento, come il lavaggio del cachemire». Luigi Passaretti: «Siamo in una zona decentrata dove per investire ci si deve pensare. Si parla di artigianato italiano in tutti i settori anche in modo inappropriato e senza tener conto che i costi sono di gran lunga superiori a quelli dell’industria. Il compito della Cna è valorizzare il settore riportando l’attenzione sulla cura dei dettagli e la capacità di abbinare il pregio del prodotto alle esigenze del consumatore». Doriana Marini: «Il Made in Italy ha bisogno di una filiera di qualità e della tracciabilità del prodotto dall’origine della materia a tutto il processo produttivo. Che in questo percorso sia data grande attenzione ai territori è di altissimo valore aggiunto».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati