Nascosto e dimenticato tra la vegetazione c’è un monumento
Italia Nostra non smette di vigilare sul patrimonio storico artistico del Piceno. Stavolta la segnalazione della meritoria associazione riguarda l’antico ponte romano che si trova sul rio San Giuseppe, nei pressi di Mozzano, che a causa del degrado e l’abbandono rischierebbe addirittura il crollo.
Altra immagine del ponte romano di Mozzano
«E’ veramente eccezionale -spiega il presidente Gaetano Rinaldi– la presenza nel territorio Piceno di pregevoli testimonianze della civiltà romana. Tra queste si distinguono per l’eleganza dei manufatti, per la perfezione tecnica delle costruzioni, per l’uso di materiali solidi ed eleganti, i tanti ponti che hanno resistito, indistruttibili, al trascorrere del tempo, agli eventi atmosferici, alle crisi sismiche, all’opera distruttiva degli invasori e degli abitanti del luogo. Ma, ora, per tanta bellezza sembra non si nutra alcun interesse. -continua Rinaldi- Così questi reperti giacciono, per lo più, in una condizione di sostanziale abbandono e talvolta di insopportabile degrado. E’esemplare a riguardo la condizione del ponte di epoca augustea sul rio San Giuseppe. Già in altra occasione la nostra sezione ritenne di fare una segnalazione sulla condizione in cui il sito versava, quando rilevò che proprio l’alveo del rio risultava riempito da un’enorme quantità di materiale di risultata probabilmente prodotto da scavi o interventi edilizi, che avrebbe potuto creare un vero e proprio effetto diga, con il pericolo estremo per la stessa sopravvivenza dell’antico ponte in caso di piogge eccezionali. A seguito della segnalazione questi materiali furono portati via e depositati nella apposita discarica come previsto dalle normative, eliminando così la condizione di pericolo».
Com’era nel 1997
«Ma niente -va avanti il presidente- fu fatto per valorizzare questa importante testimonianza di civiltà. Recentemente, si è constatato che l’arcata del ponte risulta completamente coperta da piante rampicanti che oscurano del tutto la vista dell’elegante manufatto e creano le sicure condizioni per minarne la sicurezza e l’integrità, sì da poterne determinare un possibile definitivo crollo e quindi la sua definitiva scomparsa, dopo circa 2.000 anni di presenza nel nostro territorio. Non possiamo non fare un pressante appello perché si provveda a sciogliere il mortale abbraccio delle piante con l’antico ponte per conservarne ancora la sua integrità».
«Naturalmente -conclude Rinaldi- auspichiamo che, contestualmente, si avvii anche l’opera di valorizzazione sistemica di questo ponte e di tutti gli altri reperti di epoca romana presenti nel territorio. Ad ogni buon conto, per evitare che le nostre segnalazioni non si sostanzino in forme di vuote declamazioni e sterili lamentele, la sezione provvederà, appena possibile, a fornire una documentazione fotografica di tutti i più importanti reperti di epoca romana presenti nel territorio ed in particolare dei resti della strada Salaria e dei ponti ancora esistenti per consentire un possibile concreto avvio della loro valorizzazione sistemica. Nel frattempo ci auguriamo che, in attesa che si avvii questo fondamentale processo di valorizzazione, gli amministratori e gli organi competenti intervengano, a seconda del loro livello di competenza e responsabilità, almeno alla eliminazione delle piante che in atto mettono concretamente in discussione l’integrità del ponte e la sua stessa sopravvivenza».
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