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Società, squadra, tifosi e storia:
l’Ascoli ha tutti gl ingredienti
per poter centrare i playoff

SERIE B - In un torneo molto equilibrato e privo di una ammazza-campionato, piazzarsi fra le prime otto non è impossibile. L’organico offre ampie garanzie, con valide alternative in tutti i reparti. La media spettatori (5.500) può solo aumentare. Il resto lo fa un'organizzazione societaria al top
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Mister Vincenzo Vivarini e il patron Massimo Pulcinelli (Foto Edo)

di Bruno Ferretti

Fare previsioni, nel calcio, è sempre complicato. Ancor di più in un campionato anomalo come quello attuale con 19 squadre in lizza, anziché le tradizionali 22 del passato, che non offre punti di riferimento. Per il traguardo dell’11 maggio 2019 mancano ancora 24 partite. Tante, troppe: le ultime 5 dell’andata e l’intero girone di ritorno (19). Prima del giro di boa l’Ascoli giocherà a Venezia, poi ospiterà consecutivamente Cittadella e Brescia, quindi giocherà a Palermo, infine chiuderà al “Del Duca” contro il Crotone. Quanti punti serviranno per salvarsi? E quanti per andare ai playoff o evitare i playout? E’ un rebus perché, nonostante le tre squadre in meno, le promozioni restano tre e le retrocessioni quattro.

L’esultanza dei bianconeri durante Ascoli-Spezia (Foto Edo)

Tornando alla vittoria contro lo Spezia, l’Ascoli per ventiquattr’ore (fino alle vittorie della domenica di Brescia e Perugia) è entrato in zona playoff. Cioè l’obiettivo ribadito dal maggiore azionista Pulcinelli il quale, con il passare del tempo, si sta facendo coinvolgere ed entusiasmare sempre più dall’Ascoli. Come testimonia ciò che scrive ogni giorno sui social dei quali è assiduo frequentatore. Playoff traguardo niente affatto esagerato perché la nuova società ha tutto per raggiungerlo. Quasi tutte le squadre viste finora non hanno niente più dell’Ascoli. E in giro non si vedono fenomeni che possono fare la differenza. Ci sono giocatori che hanno un tasso qualitativo superiore alla media (che è mediocre) e con la singola giocata qualche volta possono risolvere la partita. Ma qualche giocatore così, come già dimostrato, ce l’ha pure l’Ascoli. In questo campionato faticano anche le prime della classe come Palermo e Pescara (sorpassato dal Lecce al secondo posto) e non c’è una squadra ammazza campionato come l’Empoli lo scorso anno. Va inoltre considerato che mister Vivarini, a differenza di molti suoi colleghi, dispone di un organico con alternative di qualità in tutti i reparti e può permettersi di sostituire chiunque senza problemi.

La “sciarpata” di sabato scorso della curva sud (Foto Edo)

Il pubblico non manca in una città che non raggiunge i 50.000 abitanti ma il cui rapporto residenti-spettatori è tra i primi. Da tre anni a questa parte la media, fra abbonati e paganti, si è stabilizzata sui 5.500. Non tantissimi, ma nemmeno pochi. E le presenze aumentano quando c’è una partita di cartello. Ad autorizzare buoni pensieri, non ultima in ordine di importanza, l’efficiente organizzazione della nuova proprietà guidata da Pulcinelli, affiancato dal presidente Giuliano Tosti, l’uomo del necessario equilibrio. L’Ascoli non ha debiti e dispone di un valido impianto per gli allenamenti, che ospita anche l’attività del settore giovanile.

Senza dimenticare che l’Ascoli ha una storia, un passato glorioso e il calore e la spinta di un intero territorio. Senza dannose illusioni, insomma, gli ingredienti per classificarsi fra le prime otto e tentare il gran salto sembrano esserci tutti.

 


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