Uno dei tanti incontri, ospitati nella libreria Rinascita, del comitato “Un Treno per Roma”
L’Associazione studentesca “Atelier 1” della Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria” di Ascoli si unisce insieme a tutti i suoi soci alla battaglia del comitato “Un treno per Roma” per la realizzazione delle parti mancanti del tronco ferroviario Roma-San Benedetto.
«La decisione di contribuire alla diffusione e alla promozione del progetto – dice – è stata presa considerando l’isolamento di cui la nostra sede universitaria sta soffrendo in termini di pendolarismo e di comunicazione con le realtà metropolitane del nostro Paese. Lo facciamo con ferma convinzione poiché molti degli studenti iscritti ai nostri corsi e gran parte degli insegnanti provengono dalle zone laziali e dall’entroterra appenninico e denunciano da ann la grave situazione in cui versa il sistema infrastrutturale che lega il Piceno al resto d’Italia e del mondo. Abbiamo riscontrato – aggiunge l’Associazione – che attività di vitale importanza e di promozione del territorio come, per esempio, i workshop internazionali, di routine in una Scuola di Architettura e Design, appaiono di difficile organizzazione proprio per la complessa connessione della città ascolana ai principali snodi aeroportuali internazionali (Roma e i minori Pescara ed Ancona). Siamo certi che lo sviluppo di un territorio passa attraverso il flusso costante di persone e, con esse, lo scambio di idee e di progetti, e come comunicarli questi senza un tracciato chiaro e diretto che possa portare il fruitore o il visitatore a beneficiarne? Come essere competitivi se manca una spina dorsale in grado di reggere tutto il sistema di ricerca che, nonostante le difficoltà economiche e di isolamento, riesce ad essere innovativo e a confrontarsi con poli di eccellenza universitari già collaudati da tempo? Queste sono tutte domande che rilanciamo all’attuale classe dirigente».
E ancora: «Nelle sedi universitarie di Ascoli è in fermento una popolazione giovane che vuole, dopo un’attenta comparazione con le altre realtà, rivendicare i propri diritti e le soluzioni a quelle carenze infrastrutturali che ormai gravano sulla nostra economia e sul nostro sviluppo da decenni. Il gap infrastrutturale del nostro entroterra così fragile è risaputo da mezzo secolo ormai. Noi, che rappresentiamo una forza giovane per la città ed il Piceno tutto, non ci stiamo a perdere altri treni. Quindi sì alla “Ferrovia dei Due Mari”. sì al riscatto del Piceno e di tutto l’entroterra appenninico».
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