La Uil ascolana boccia la manovra
del Governo: «Meglio il lavoro»

ASCOLI - Grido d'allarme sui tempi della ricostruzione: «Dieci mesi per una pratica di danni lievi. Sanità, preserviamo le eccellenze che ci sono, liste d'attesa e tempi del pronto soccorso da velocizzare»
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Da sinistra Silvio Armillei, Giuseppe Pacetti e Nazzareno Mercuri

di Renato Pierantozzi

La Uil picena “boccia” reddito di cittadinanza, pensioni “quota 100” e la “flat tax”. «La nostra priorità – dice il referente locale Giuseppe Pacetti affiancato da Silvio Armillei e Nazzareno Mercuri – è il lavoro. E’ più importante del reddito di cittadinanza. Chi ci pensa poi alle pensioni dei giovani? Noi siamo favorevoli ad uscite flessibili ma tenendo conto del lavoro che uno svolge e non indistintamente. Priorità quindi ai lavori usuranti e gravosi. Riguardo alle questioni locali ora l’obiettivo è azzerare del tutto gli esuberi (30) rimasti nella vertenza Whirlpool. Anche in merito all’area di crisi complessa ci piacerebbe arrivare ad una velocizzazione delle pratiche (20 al Mise e 80 in Regione) per capire a che punto siamo e magari che professionalità servono alle imprese».

Capitolo sisma. «Assistiamo – continua Pacetti – ancora a tempi troppo lunghi con pratiche per i danni lievi “B” anche di 10 mesi. Il sisma può essere un’occasione per l’edilizia, ma ancora non si vedono gli effetti. Con la Prefettura stiamo in contatto per i protocolli relativi alla sicurezza e alla legalità per evitare problemi di sorta per prevenire anche infiltrazioni che in altre realtà si stanno già verificando».

Sotto osservazione da parte del sindacato c’è anche il mondo della cooperazione. «Si tratta di servizi (pulizie, assistenza, sociale) sempre più richiesti da Enti e aziende – dice Mercuri – ora siamo in presenza di appalti fatti via web con aziende che partecipano da tutta Europa. Il problema è che si fanno gare al massimo ribasso e non al minimo rialzo. Con le realtà locali, ad esempio Picchio e Pagefha, i rapporti sono buoni e possiamo avere un’interfaccia. Mentre ci sono realtà che arrivano, prendono il lavoro e magari poi vanno in liquidazione, nominato dal Ministero, poiché non ci rientrano con i costi con cui è impossibile avere contatti. Molte volte arrivano poiché per partecipare alle gare serve un giro d’affari minimo e quindi rispondono alle gare».

«Sulla sanità – aggiunge Pacetti – ci importa poco il dibattito sull’ospedale unico o su due. Ci interessa che cresca la qualità dei servizi preservando le eccellenze come l’Adi o alcuni reparti, mentre sulle liste d’attesa e le file al pronto soccorso ci aspettiamo un  intervento del nuovo direttore dell’Area Vasta 5».


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