Testimonianze un po’ “discordanti” in Tribunale, tra madre e figlio, nel processo a carico del pensionato di Roccafluvione (F.R. di 74 anni) accusato di tentato omicidio dopo che, il 14 agosto scorso, minacciò i propri congiunti con un fucile al termine di una lite. Fu il figlio a disarmare il padre anche se durante la collutazione partì un colpo che per fortuna non colpì nessuno. Ad intervenire sul posto furono i Carabinieri di Venarotta e quelli della Compagnia di Ascoli che ristabilirono la calma ponendo l’anziano agli arresti domiciliari a casa di un parente. Stamane l’uomo è comparso di fronte al collegio presieduto dal giudice Carlo Calvaresi (Rita De Angelis e Simona D’Ottavi a latere).
Durante l’udienza sono stati ascoltati il figlio e la moglie dell’uomo. Secondo il racconto dell’uomo, tuttavia, il padre non avrebbe “puntato l’arma contro di loro” pur tenendola in mano dispiegata. Il testimone è stato più volte incalzato dal pubblico ministero Cinzia Piccioni che ha fatto riferimento anche alle precedenti dichiarazioni rese ai Carabinieri. «Ha puntato il fucile verso di me», ha detto invece la moglie dell’uomo ricordando come il marito fosse tornato a casa “alticcio” ricordando anche altre minacce e violenze subite nel corso degli anni. «Ma non mi aveva mai minacciato con un fucile», ha detto sempre la donna. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 13 febbraio.
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