«E’ stata una partita combattuta, ad eccezione dei primi dieci minuti quando abbiamo rischiato di prendere gol; eravamo messi bene in campo, tanto che il Venezia, rispetto alla gara col Foggia, ha dovuto cambiare modo di fare la partita, tanto che si è abbassato. Abbiamo fatto bene fino alla tre quarti e poi, non per colpa degli attaccanti, avremmo potuto fare qualcosa in più in fase offensiva. Noi centrocampisti avremmo potuto servirli meglio, insomma sono mancati il guizzo e la giocata di qualità. Comunque le vittorie e le sconfitte vanno messe da parte in fretta per ripartire con più fame e tornare a fare punti». Lo dice Michele Troiano, che fa il punto della situazione a metà strada tra la sconfitta di Venezia e la sfida di sabato al “Del Duca” con il Cittadella.
Il centrocampista dell’Ascoli affronta anche la questione delle espulsioni rimediate dai bianconeri nelle ultime tre giornate. «Non dobbiamo sottolineare questi episodi, siamo un gruppo e dobbiamo sollevare i compagni dalle responsabilità, è troppo facile quando un compagno fa una leggerezza puntare il dito. Poi nello spogliatoio ci diciamo le cose che bisogna dire, ma all’esterno non bisogna caricare troppo. E poi non dobbiamo perdere di vista il nostro credo, che ci deve portare a trovare una soluzione anche se dovessimo restare in campo in otto».
Cosa manca per il il salto di qualità? «La continuità, quella che serve per raggiungere traguardi importanti. Ora bisogna ripartire da zero e affrontare la prossima gara, che sarà difficilissima, ma in casa nostra dobbiamo fare bottino pieno. Il Cittadella è a tutti gli effetti una grande del campionato, da tre anni lotta per la A, quindi dobbiamo affrontarla come si affronta una grande, con attenzione e concentrazione dal primo minuto del riscaldamento fino a quando l’arbitro non fischia la fine della partita».
Perchè l’Ascoli contro le grandi rende di più? «Inconsciamente sei più attento e concentrato e sabato dovremo fare questo tipo di partita mettendo in campo più di quello che faranno gli avversari».
E Ninkovic? «E’ un giocatore fondamentale per noi, ma in questo momento non è impiegabile e quindi è inutile parlarne, dobbiamo tirare fuori il meglio di ciascuno di noi, chi scende in campo dà sempre il massimo, in qualche gara va meglio, in altre va meno bene, ma la squadra ha un’identità, dobbiamo e possiamo fare qualcosa in più, ci aspetta una gara difficile e dobbiamo essere pronti».
Cosa vorrebbe trovare Troiano sotto l’albero? «Spero di finire il girone di andata in posizione di classifica buona e soprattutto senza avere il rammarico di aver lasciato qualcosa per strada e che poteva essere nostro. Penso che alla fine di un girone si abbiano i punti che si valgono, a Livorno abbiamo offerto la prestazione peggiore ed era una gara che, considerate le occasioni avute, poteva essere almeno pareggiata. Tutti parlano dell’Ascoli come di una squadra forte e, se questo lo pensano gli avversari, perché non dobbiamo pensarlo noi. Il mio sogno? Se parliamo di sogni dico andare in A. L’ambizione deve essere sempre massima, poi bisogna essere realisti e andare di pari passo con obiettivi di squadra e le potenzialità; penso che siamo una buona squadra».
LA SQUADRA – Al “Picchio Village” Vivarini ha fatto svolgere ai bianconeri una partita in famiglia alla quale ha partecipato anche Brosco che il giorno prima aveva svolto una doppia seduta differenziata. Ancora acciaccato, invece, De Santis, che si è allenato a parte con Ingrosso e Valeau. Frattesi è ancora al 50%, Coly e Zebli infortunati e assenti. Domani nuova seduta alle 14,30.
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