Anche Legambiente dice no
alla “bretella” di Capodacqua
«Sacrificio inutile in nome del cemento»

ARQUATA - Giovedì 20 dicembre gli oppositori al bypass pensato dall'Anas per collegare Marche ed Umbria manifesteranno davanti alla Prefettura di Ascoli. L'associazione: «Non possiamo permettere che si deturpi per sempre la valle e si metta a rischio una delle più importanti sorgenti dell’acquedotto del Tronto»
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«Non possiamo permettere che l’inesorabile e devastante avanzare del cemento deturpi per sempre la valle di Capodacqua e metta a rischio una delle più importanti sorgenti dell’acquedotto del Tronto». E’ perentorio l’intervento di Legambiente sulla questione relativa alla bretella di collegamento con l’Umbria da realizzare in attesa dei lavori di ripristino della galleria Cesaronica, nel territorio di Arquata, bretella che secondo le indiscrezioni dovrebbe passare all’interno della frazione Capodacqua, ad oggi zona rossa dopo la devastazione del sisma e dove trova posto il bacino idrico che rifornisce di acqua tutta la provincia picena e parte di quella di Fermo. Proprio per questo motivo giovedì 20 dicembre ci sarà una manifestazione pacifica di cittadini contrari a questa opera, fissata per le 11,30 davanti alla Prefettura di Ascoli. 

Una vecchia immagine di Capodacqua

«C’è il rischio di snaturare una zona di raro interesse ambientale, già fortemente compromessa dal sisma del 2016, per un’opera non necessaria che andrebbe ad interferire con la gestione del sistema di approvvigionamento idrico della zona e con l’aspetto idrogeologico dell’area. Il territorio di Capodacqua, inoltre, fa parte di Arquata del Tronto, l’unico comune in Europa situato a ridosso di due aree protette, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Un motivo ulteriore per opporsi alla realizzazione del bypass» continua Legambiente. «Il sacrificio di preziose aree naturalistiche in nome del cemento -conclude l’associazione- può causare danni irreversibili soprattutto considerando anche i rischi naturali a cui la zona in questione è già esposta. Per questo motivo chiediamo agli enti competenti di fermare immediatamente i lavori di progettazione dell’opera e di destinare le risorse pubbliche alla valorizzazione delle bellezze culturali, enogastronomiche e naturalistiche dell’area».

«Con la nuova strada acqua del Piceno a rischio, manifesteremo davanti alla Prefettura»


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