Immobili abbandonati,
ultimatum di Salvini
Entro un mese il Viminale vuole
l’elenco di edifici e aree a rischio

ASCOLI - Dopo anni di tentennamenti, siamo alla stretta finale. E' scattata la “dead line”, e per il 31 gennaio 2019 il prefetto (e quindi i sindaci) dovranno rispondere alla direttiva che il ministro dell’Interno ha firmato e inviato proprio in queste ore. Si tratta dell'ultimo atto dell’iter che si pone il fine di “controllare e bonificare” le città. Nel capoluogo, ma non solo, l'elenco è lunghissimo. Lo scoglio delle proprietà
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L’edificio di Marino del Tronto ormai ridotto a un rudere

di Andrea Ferretti

Riuscirà in un mese il prefetto di Ascoli – ma non solo lui visto che la questione riguarda l’intero Paese – a presentare al Viminale il report sugli immobili abbandonati e a rischio occupazione e le aree degradate di Ascoli? Immobili e aree del territorio comunale ma, trattandosi di Prefettura, anche di quello provinciale. A San Benedetto si è cominciato a inizio novembre con lo sgombero delle cosiddette Palazzine Santarelli, nell’area portuale, da anni abitate abusivamente da senzatetto che sono stati cacciati. Dopo un paio di settimane – altra faccenda, ma comunque significativa a proposito di questo giro di vite – venne sgomberata una famiglia che insisteva nel voler abitare in un edificio interno al cimitero comunale troppo vicino al forno crematorio. Ad Ascoli l’ultimo blitz ad aprile. Non c’entravano però le case, ma solo le roulotte di una carovana di nomadi che stavano tentando di insediarsi nel parcheggio di Castagneti lungo la Piceno Aprutina.

L’edificio abbandonato al Marino

Ora siamo però alla stretta finale. La cosiddetta “dead line” è stata fissata al 31 gennaio 2019, cioè tra poco più di un mese. L’elenco forse già esiste, ma appare complicato etichettare con lo status di “abbandonato” un immobile che il proprietario (molto più spesso i proprietari, ecco perché la questione si complica) ce l’ha. E’ il “regalo” di Natale giunto ai prefetti (di conseguenza ai sindaci) sottoforma di una direttiva firmata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e inviata proprio in queste ore. Si tratta dell’ultimo atto dell’iter che si pone il fine di “controllare e bonificare le città”.

Una faccenda che nel caso di Ascoli, e del Piceno più in generale, non chiama in causa solo il prefetto e i 33 Comuni (32 sindaci più il commissario prefettizio appena insediatosi a Monsampolo del Tronto), ma anche i proprietari di aree e palazzi abbandonati. E quindi a rischio. Nel documento firmato dal ministro viene puntualizzato che la ricognizione del territorio a livello provinciale è finalizzata non solo ad evitare nuove occupazioni, ma anche a “impedire la perpetrazione di attività illegali o di un uso che possa pregiudicare l’incolumità degli stessi frequentatori o quella di altri cittadini”.

L’inquietante edificio di via Catone alla Piazzarola

Restando all’interno delle mura ascolane gli esempi non mancano. Uno su tutti l’edificio di via Catone, alla Piazzarola, dove la situazione è in stand by nonostante quattro ordinanze firmate da tre sindaci diversi negli ultimi venticinque anni. Oppure le due villette all’interno del tornante di via Francesco Ricci, all’Annunziata, che sembrano dover implodere da un momento all’altro.

L’elenco sarebbe molto lungo, e diventa da incubo se aggiungiamo alcuni casi della cosiddetta periferia. Giusto per fare un esempio, basta spostarsi a Marino del Tronto dove, a pochi metri da scuola e parrocchia (luoghi frequentati soprattutto da bambini), c’è un rudere la cui presenza è ormai diventata inquietante. Si va verso una soluzione del problema? Sarà la volta buona? I residenti, ma non solo loro, se lo augurano. Vedremo.

Salvini suggerisce ai prefetti anche il coinvolgimento di scuole e Università. “In sede dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza – scrive il ministro – dovrà essere disposta una immediata ricognizione di tutte le situazioni di abbandono degli immobili che possano costituire motivo di preoccupazione sia sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblici che su quello della tutela della pubblica e privata incolumità e delle condizioni igienico sanitarie delle aree interessate”. La ricognizione, che dovrà avvenire attraverso la sinergia tra i comandi di Polizia, gli uffici territoriali all’Urbanistica e sociale, “dovrà essere finalizzata ad acquisire anche lo stato giuridico dell’immobile”.

Una delle villette di via Ricci all’Annunziata

E sottolinea poi che “una delle situazioni che molto spesso connota tali aree è lo stato di totale abbandono di interi fabbricati o di vaste superfici di terreno, che possono divenire, come gli ultimi fatti di cronaca hanno dimostrato, luoghi di elezione per lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti, ovvero la consumazione di crimini di varia natura”. Per ultimi fatti, il riferimento va da sé. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la morte a Roma della 16enne Desirée Mariottini, trovata in uno stabile abbandonato dove alcuni spacciatori l’avevano violentata.

 

Le Palazzine Santarelli a San Benedetto del Tronto


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