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Ventidio Basso e Filarmonici
teatri fantasma,
vietate le bacheche
che annunciano gli eventi

ASCOLI - Non solo non compaiono "annunci" dell'attività del giorno o di quella stagionale, ma per l'ignaro turista (o il semplice passante) non c'è nulla che ne indichi nemmeno il nome. Il problema venne sollevato sette anni fa. La risposta del Comune: non è consentito dalla Sovrintendenza. Ma il dubbio resta
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Il teatro Ventidio Basso in via del Trivio

di Franco De Marco

Teatro Ventidio Basso e Teatro dei Filarmonici: bellissimi, gioielli di architettura ottocentesca, due teatri storici che nessuna città delle Marche, e di gran parte d’Italia, può vantare. Ma teatri “fantasma”. Sì, proprio fantasma. In che senso? Nel senso che, per l’ignaro turista che si trova a passarci davanti, o per il normale passante del posto, ammirandoli, non esiste alcuna indicazione scritta che dica “Teatro Ventidio Basso” o “Teatro dei Filarmonici”.

Chissà per quale ragione queste due storiche strutture, pur molto belle, quando vennero inaugurate, il Filarmonici nel 1832 su disegno di Ignazio Cantalamessa di Ascoli,  e il Ventidio Basso nel 1846 su progetto di Ireneo Aleandri di San Severino, non furono dotati di una denominazione esterna scolpita su pietra. Questo nell’antichità. In tempi più moderni, fino ai giorni nostri, entrambi sono privi anche di una bacheca esterna che ne indichi il nome e, soprattutto, contenga anche gli annunci degli eventi in programma. Come mai? Chissà.

L’interno del teatro Filarmonici in via delle Torri (Foto Vagnoni)

Eppure tutti i teatri più importanti del mondo, dalla Scala di Milano al San Carlo di Napoli, dalla Staatsoper di Vienna alla Royal Opera House di Londra, dal Metropolitan Opera di New York  al Rossini di Pesaro o alle Muse di Ancona, hanno all’esterno, vicino alla porta di ingresso, una bacheca, naturalmente adeguata alla struttura, in cui si annuncia l’attività del giorno o quella stagionale. Ad Ascoli questo non succede. Davanti all’ingresso del Ventidio Basso, saltuariamente, ci sono  alcuni espositori, assai brutti, spesso con manifesti largamente superati, se non sgualciti, di uno spettacolo. Davanti al Filarmonici nulla di nulla e vabbè che è stato inaugurato da poco. In qualche occasione la locandina dell’evento è stata appoggiata sulla strada (sempre molto trafficata peraltro).

Perché facciamo oggi questo discorso? Perché siccome tutto fa, e siccome gli ultimi spettacoli di lirica e di danza nei due teatri in questione hanno visto un preoccupante calo di spettatori, a nostro modesto avviso contribuirebbe, a far sapere ai passanti degli eventi in corso, anche una modesta, ma artisticamente pregevole, in ferro battuto o in legno lavorato, una bacheca, una cornice dove esporre il manifesto o il programma dell’evento.

Il baritono Vittorio Vitelli

Per la cronaca, e per dovere di merito, fu il baritono ascolano Vittorio Vitelli, che nel 2011, quando curò una memorabile messa in scena di Otella in Piazza del Popolo, a sollevare il problema con l’Amministrazione comunale. Gli fu risposto che una bacheca, pur artistica che sia, davanti al Ventidio Basso non era consentita dalla Sovrintendenza. Mah. Sarà pure questo il motivo ma sarebbe comunque il caso di riprendere la questione e approfondirla. Si tratta semplicemente di apporre, sulla facciata di travertino dei due teatri, una bacheca, di normali dimensione, certamente non invasiva, per annunciare l’attività del teatro. Costituirebbe un oltraggio all’architettura e alla bellezza bianca degli edifici? No. Sarebbe un mezzo normale per  pubblicizzare maggiormente un evento Che cosa ne dite signori amministratori pubblici? La domanda, in particolare, la rivolgiamo all’assessore comunale alla cultura Piersandra Dragoni da sempre impegnata anche personalmente nella difesa e nella promozione del patrimonio architettonico della città. Il sogno del 2019 sarebbe proprio quello di avere due teatri storici non più anonimi e “fantasmi” oltre che, naturalmente, ricchi ad una programmazione artistica adeguata.Il baritomo Vittorio


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