di Claudio Felicetti
Comunità lamense in festa per la dedicazione e la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale del Santissimo Crocifisso a Piattoni, aperta al culto sabato 19 gennaio con una cerimonia religiosa presieduta dal vescovo Giovanni D’Ercole e con la concelebrazione della prima messa.
«In questa chiesa ci vorrà una statua di San Giuseppe -ha detto il vescovo al termine della lunga cerimonia, quasi a voler sottolineare il grande impegno richiesto per portare a termine l’opera dopo dieci anni- perché proprio dopo una novena di San Giuseppe siamo riusciti ad avere cospicui finanziamenti dalla Commissione episcopale italiana e da altri».
Alle 16, nella piazza-sagrato dove si era riunita tutta la comunità parrocchiale, il vescovo D’Ercole, con accanto il parroco don Luigi Nardi e una quindicina di sacerdoti, ha iniziato la funzione religiosa preliminare, al termine della quale ha ricevuto in dono dal progettista della struttura, l’architetto parmense Marco Contini, e dal direttore dei lavori, l’ingegnere lamense Giustino Di Emidio, i disegni dell’opera. Il vescovo, a sua volta, ha donato a don Luigi la chiave simbolica del nuovo tempio, dopodiché il parroco ha aperto le porte d’ingresso per accogliere quasi un migliaio di fedeli.
Nella sua omelia, il vescovo ha prima ringraziato il compianto parroco don Giovanni Marcozzi, l’ex parroco don Nazzareno Gaspari e l’attuale don Luigi, poi il vescovo Silvano Montevecchi («ho continuato la sua opera»), l’economo della diocesi don Beniamino Ricciotti e infine i tecnici e gli operai. «Ora tocca a voi -ha detto D’Ercole rivolto ai fedeli- questa chiesa non deve diventare un museo, ogni pietra dovrà essere viva e quindi questa dovrà essere una chiesa viva. Poi dovrà essere il luogo della gioia. Ho voluto fare un dono a don Luigi -ha concluso il vescovo- ho scelto la pisside, la chiave del tabernacolo col portachiave per ricordare la presenza di Cristo nella celebrazione dell’Eucarestia. La nostra comunità deve essere la famiglia di Dio».
Il vescovo ha poi consacrato e unto l’altare con il crisma. Prima della fine della messa, il parroco don Luigi ha voluto ringraziare quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. «A chi mi chiedeva quando avremmo finito la chiesa -ha esordito- rispondevo sempre “Se Dio vuole e con il suo aiuto”. Grazie a Dio, ce l’abbiamo fatta. Devo ringraziare anche tutti coloro che hanno prestato il loro ingegno e la loro opera per la realizzazione del nuovo complesso parrocchiale, in particolare il vescovo Montevecchi e il parroco don Giovanni, dal quale era partita l’idea, che non sono più tra noi. Il merito più grande -ha poi sottolineato il parroco, commosso e provato dalla fatica- è del nostro vescovo, che ha compiuto un vero miracolo con la Cei». «Non ho fatto altro che il mio dovere» ha ribattuto D’Ercole. Infine, un grande ringraziamento a don Nazzareno («l’ottanta per cento è merito suo», a don Beniamino («che ha spianato la strada per Roma», al liturgista don Mario Cataldi («per la disposizione dell’arredo sacro») e ai tecnici tutti. Elogi sentiti infine allo scultore ascolano Giuliano Giuliani, che ha realizzato fonte battesimale, ambone, altare e tabernacolo, opere in travertino che spiccano per la loro ammirabile essenzialità all’interno della struttura a pianta ellittica.
Da parte sua, don Nazzareno ha donato alla parrocchia una croce realizzata con le travi recuperate in un edificio della zona montana distrutto dal terribile terremoto del 2016. Al termine della messa, all’interno dell’altare è stato inserito il verbale della cerimonia con le firme di vescovo, tecnici e del sindaco Mauro Bochicchio.
La festa continuerà domenica 20 gennaio alle 18,30, con l’esibizione del “Coro delle Ville” diretto dal maestro Stefania Pulcini. In programma brani della “Missa brevis” di De Haan, il “Va’ pensiero” di Verdi, l’Inno alla Gioia di Beethoven, l’Ave Verum di Mozart. Aprirà il concerto il “Piccolo Coro delle Ville”, gruppo vocale formato dai bambini della scuola primaria.
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