di Maria Nerina Galiè
(foto e video di Andrea Vagnoni)
“Sisma e crisi idrica-Prospettive di ricostruzione dell’acquedotto del Pescara” era il titolo del convegno organizzato oggi ad Ascoli dal Consorzio idrico intercomunale del Piceno (Ciip). C’entravano eccome Angelo Borrelli, capo del Dipartimento di Protezione Civile nazionale, e Piero Farabollini, Commissario straordinario per la ricostruzione. Farabollini all’ultimo ha dovuto cambiare programma, inviando un video di saluti e per manifestare il suo interessamento al problema serio che sta interessando i 59 Comuni, compresi tra le province picena e fermana, associati nella società per azioni con sede ad Ascoli e guidata dal presidente Giacinto Alati. Borrelli c’era. «Il deficit idrico di questo territorio è conclamato e confermato – ha detto – ed è pertanto doveroso per noi intervenire prima che si trasformi in emergenza. Sono venuto a conoscenza di quanto sta accadendo dal presidente Alati venuto appositamente a Roma, nell’aprile scorso.
Dalla struttura commissariale erano stati promessi circa 27 milioni di euro per il primo stralcio delle opere necessarie al ripristino dei danni ed al miglioramento degli impianti, ma il finanziamento non ha avuto seguito. E’ stato infatti necessario – ha precisato – rimodulare il piano di interventi del 2018 per garantire la proroga dello stato di emergenza e dirottare le risorse nell’alto maceratese». Fa riferimento all’ordinanza 64 del 6 settembre 2018, “Approvazione del primo piano degli interventi sui dissesti idrogeologici” nelle Regioni del cratere, a firma di Paola De Micheli. «Nel 2019 – ha detto ancora il capo della Protezione Civile – mi auguro che i fondi vengano recuperati. Intanto è quasi pronta l’ordinanza per 5 milioni e 800.000 euro da stanziare a copertura delle spese per le maggiori opere di interventi di riparazione. Ma questo non basta». Ha aggiunto infatti: «Qui si parla di duecento, trecentomila persone servite dall’acquedotto del Pescara. Sapere che si deve ricorre al razionamento dell’acqua mi preoccupa. E siamo solo a gennaio. Come ci troveremo in estate, con un fabbisogno maggiore e una portata minore? Dovremo correre con una complessa gestione di autobotti? Il nostro compito – ha concluso – è alleviare le difficoltà agli abitanti ma anche prevenire i rischi futuri. E’ necessario pertanto un intervento strutturale per fare in modo che tutto questo non si ripeta.
I terremoti si, si ripeteranno. Lo hanno ricordato tutti i relatori del convegno. La prevenzione è dunque alla base del progetto di realizzare il primo acquedotto antisismico in Italia. E’ pure la principale forma di contenimento dei disagi e delle spese per “correre ai ripari” a disastro avvenuto.
IL CAS
A tal proposito, come non chiedere a Borrelli dell’annunciata “stretta” sul contributo per l’autonoma sistemazione, contenuta nella bozza di ordinanza che sindaci e presidenti di Regione si rimpallano da mesi?
«C’è una falsa preoccupazione dietro alla rimodulazione del Cas. Sono passati due anni e mezzo ed ora c’è bisogno di avere certezza che chi lo percepisce, sia ancora nella condizione di averne diritto. Per queste persone non ci saranno cambiamenti».
L’attenzione si sposterà invece su quelli che Borrelli ha definito “i casi particolari”. «Ad esempio, per quanto tempo ancora lo Stato può continuare a pagare l’affitto a chi in affitto viveva anche prima del terremoto? Poniamocela questa domanda. Forniremo piuttosto delle agevolazioni, come ha fatto l’Emilia Romagna che, tenendo conto dell’aumento dei canoni di locazione dopo il terremoto, ha continuato per un periodo ad integrare la differenza».
Cosa blocca l’ordinanza? «Mancano solo le Marche all’appello per arrivare ad una stesura condivisa. Ho chiesto più volte a Ceriscioli (presidente della Regione Marche, ndr) di invitarmi alla riunione con i sindaci per discuterne. E’ da aprile da aprile 2018 che parliamo di questa bozza, che ci confrontiamo e tutti sembrano d’accordo. Ma qualcuno evidentemente non lo è. Vorrei capire quali sono le obiezioni».
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