Calci e pugni al vicino di casa per costringerlo a lasciare il condominio: condannati un 58enne e un 40enne, suocero e genero. Entrambi erano stati portati al Tribunale di Ancona con l’accusa di minacce e lesioni personali aggravate. Il giudice Alberto Pallucchini ha riconosciuto solamente questo ultimo reato, condannando i due a scontare sei mesi di reclusione. Parte civile al processo erano gli ex vicini di casa degli imputati, marito e moglie anconetani assistiti dagli avvocati Giuseppe Cutrona e Annalisa Marinelli. Il palazzo dove si sono svolti i fatti, risalenti al 2012, si trova ad Ancona, in zona Cittadella, ed è proprietà dell’Erap. In uno stesso pianerottolo vivevano le parti offese e un nucleo familiare napoletano, composto da padre (il 58enne condannato), madre e i loro figli. Stando alle vittime, il clima di tensione si sarebbe creato perchè il 58enne sperava di far sloggiare i vicini in maniera tale da liberare l’appartamento, bramato dal genero e da una delle figlie, a quel tempo incinta. In origine, il capo d’accusa parlava anche di ingiurie, danneggiamenti e minacce. I primi due reati sono stati depenalizzati, il terzo non è stato riconosciuto dal giudice. Alla fine, sono rimaste in piedi le lesioni per cui i due imputati, assieme al figlio minorenne del 58enne, avrebbero picchiato con calci e pugni il dirimpettaio, spedendolo all’ospedale. L’aggressione sarebbe scattata al culmine dell’ennesimo litigio andato in scena sul pianerottolo del condominio.
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