Città sempre più sfregiata dai writers
E le vittime hanno paura delle ritorsioni

SAN BENEDETTO - Nuova escalation di scritte e vandalismi a danno di abitazioni e commercianti che chiedono di non fotografare le vetrine sfregiate per paura di altri emulatori. Il caso di "Ubu", monumento sfregiato e depredato nell'indifferenza di tutti
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di Marco Braccetti

Tornano a colpire. O, meglio: non hanno mai smesso. Ma negli ultimi giorni c’è stato una nuova escalation di raid notturni. Parliamo dei writers: teppisti armati di pennarelli e vernici spray, che – oltre ai semplici muri – imbrattano pure monumenti e arredi pubblici: patrimonio di tutti noi. Negli ultimi giorni (nel cuore della città) qualche negoziante ha ritrovato mura esterne e serrande della propria attività deturpate da scritte e scarabocchi. Le vittime di questi atti vandalici preferiscono non esporsi: «Foto? Meglio non farle, altrimenti il rischio è che questi teppisti si accaniscono ancora di più. Temiamo episodi di emulazione» è la sintesi delle voci di chi ha trovato il proprio negozio sfregiato dalla vernice. E come dar loro torto? Sono ormai decenni che la morsa degli imbrattamuri si stringe sulla città e (a parte ripuliture-spot) non si sono ancora individuate soluzioni concrete. Certo, l’arrivo del nuovo sistema di videosorveglianza in centro può essere utile, ma servirebbe davvero una telecamera per ogni strada e anche di più.

Intanto, la Città delle Palme continua ad essere sfigurata a colpi di spray e pennarelli. Questo scivolamento verso il basso dà particolarmente fastidio se coinvolge anche le opere d’arte che impreziosiscono il cuore urbano. Prendiamo “Ubu”: opera di Enrico Baj collocata tra via Montebello e viale Moretti. Nel corso del tempo è stata imbrattata e depredata di alcune pietre ornamentali. I writer si sono accaniti anche contro il suo basamento. Non si hanno notizie di amministratori comunali che, durante gli ultimi anni, abbiamo proposto un intervento di riqualificazione per quella statua che (piaccia o non piaccia) è comunque una delle installazioni più viste da residenti e turisti. Le forze in consiglio comunale sembrano inermi. Nella precedente amministrazione, l’allora consigliere di minoranza Giacomo Massimiani (oggi presidente della desaparecida commissione consiliare Sicurezza) presentò un’interrogazione proprio per chiedere conto ai vertici comunali di questa situazione.

L’assessore alle politiche giovanili Marco Curzi rispose che l’amministrazione era pronta a mettere a disposizione dei graffitari nuovi spazi dove potersi sbizzarrire. Soluzione che, però, si è rivelata inutile. Tra il popolo dei writers, infatti, ci sono persone rispettose delle regole, ma anche molti vandali che se ne infischiamo delle “concessioni” municipali e, anzi, lasciano con maggior soddisfazione le loro firme proprio in spazi tabù. Contro di loro i cittadini sambenedettesi chiedono il pugno di ferro. Finora, novità sostanziali non se ne sono viste e questo fenomeno è andato crescendo sempre più. Si sono susseguite ripuliture-spot e proposte roboanti. All’inizio del 2012, l’allora assessore al decoro urbano, Eldo Fanini lanciò l’idea di istituire una sorta di ricompensa in denaro per i cittadini capaci di contribuire all’individuazione di un imbrattamuri. Ma la proposta venne subito accolta con scetticismo dal Pd – in particolare dall’allora capogruppo Loredana Emili – rimanendo così lettera morta.

Scritta blasfema su uno dei simboli della città


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