Giornata di inaugurazioni a Rotella. Da sinistra Casini, Borraccini, Farabollini e Ceriscioli
Non più casette, ma alloggi realizzati a Palazzo Magnalbò, un antico edificio del centro storico. E’ quanto accade a Rotella, ai piedi dell’Ascensione. Il progetto, che consta di undici appartamenti sicuri e confortevoli, rappresenta il primo esempio di un recupero edilizio pubblico all’interno del centro storico di un paese terremotato. Gli appartamenti sono indipendenti e completi di tutto, arredamenti, impianti, ascensore e nessuna barriera architettonica. C’è anche una sala comune in grado di ospitare 24 persone. L’intervento di ripristino della struttura realizzata dal Comune è stato finanziato con i fondi dell’emergenza, per un costo complessivo di circa 404.000 euro.
La sala comune
«È una bella giornata, si ridà l’appartamento a persone che lo hanno perso con il sisma, recuperando un edificio nel centro storico di grande qualità, con impegno di spesa molto basso rispetto ad altre soluzioni, che anche dopo l’emergenza sisma resterà» spiega il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, presente all’inaugurazione insieme alla vicepresidente Anna Casini, al commissario straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini, al presidente della provincia di Ascoli Sergio Fabiani, al prefetto Rita Stentella e, ovviamente, al sindaco Giovanni Borraccini.
«Una amministrazione, quella di Rotella, che con lungimiranza ha preso questa strada e credo abbia fatto il meglio che poteva per la comunità con un progetto che oggi diventa di accoglienza per chi ha subìto danni dal sisma e domani diventa una casa per anziani che possono così restare, assistiti nella terra dove hanno le radici -aggiunge Ceriscioli – E’ la filosofia che abbiamo sposato sull’invenduto, ad esempio, la Regione ha acquista 180 appartamenti in alternativa alle Sae che rimarranno anche dopo con funzione di natura sociale; anche molti sindaci facendo le Sae hanno pensato a cosa ne faranno dopo. Segno di un territorio che quando spende denaro pubblico vuole fare cose che possono durare».
«La nostra è stata una proposta innovativa che ha fatto da modello, da apripista anche ad altri progetti simili presenti in tutta l’area del cratere e che ha permesso, grazie alla creazione di un apposito capitolo di spesa, la realizzazione di molti alloggi per sfollati. -conclude Borraccini- Inoltre, è il primo esempio di una ristrutturazione post sisma di un edificio pubblico posto in centro storico».
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