“Tombeur de femmes” o “Casanova” poco importa. Per tutti lui era “Lemona”, all’anagrafe Dino Castelli. Un giramondo che dopo decenni di conquiste e leggende amorose era tornato a vivere nella sua amata Ascoli, dove si è spento alla veneranda età di 94 anni. E dove si svolgeranno i suoi funerali, lunedì 4 febbraio alle 10, nella chiesa di Santa Maria Goretti a Piazza Immacolata.
E se ai più giovani il nome (o il soprannome…) di Castelli non dice nulla, vale la pena di dire che “faccia d’angelo” è stato un uomo da annali, un bello che seppe sfruttare i suoi mezzi fisici per farsi strada nella vita, un tipo da romanzo; prima in Francia poi negli Stati Uniti, a braccetto con i divi (soprattutto dive) del cinema (fu amico anche della divina Marilyn Monroe), tra matrimoni e avventure, scandali e il ristorante aperto ad Hollywood, sulla Sunset Boulevard.
Lì restò per dieci anni, prima di migrare sulla Costa Azzurra e poi a Montecarlo e Sanremo. In Liguria aprì un altro ristorante adiacente al Casinò, successivamente passato al nipote, ristorante che chiuse i battenti nel 1999.
Ascoli lo ricorda per le sue tante imprese e anche per essere stato, nel 1959, console per il sestiere di Porta Tufilla. Un anno dopo sfilò alle Olimpiadi di Roma. In tempi più recenti tornò nel corteo quintanaro. Curiosità: a metà anni Settanta il Carnevale gli dedicò una mascherata con un gruppo ispirato alle sue celebri gesta. Mancherà Castelli, personaggio di un’epoca indimenticabile.
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