Magistrato, presidente del Tribunale, ma anche un po’ psicologo e mediatore per cercare di rendere meno dolorosa possibile la fine di una relazione dove spesso e volentieri ci sono figli, affetti, interessi economici e purtroppo violenze di mezzo. E’ il ruolo di Luigi Cirillo, numero uno del palazzo di Giustizia ascolano a cui la legge dà la competenza in questa specifica e delicata materia. «C’è una leggera flessione delle separazioni consensuali -dice il presidente- forse per il migliore funzionamento di strumenti come le negoziazioni assiste. Stiamo monitorando i dati proprio per capire meglio il fenomeno. Le “giudiziali”, invece restano. La media è sempre quella. E’ lo specchio della società». Qual è l’identikit della coppia che “scoppia” prima?
«Ci sono coppie giovani -risponde il presidente- Ciò mi fa pensare che l’impegno matrimoniale viene sottovalutato o che magari ci si unisce perché nasce un figlio, ma senza una base solida per andare avanti. Poi subentrano interessi economici e discussioni e la coppia si rompe. Ma c’è una fetta di separazioni anche di coppie non giovani che hanno tenuto l’unione fino alla crescita dei figli. Le dinamiche comunque sono le più disparate. Da parte mia provo a tentare, perdendoci anche tempo, di ricreare un clima di dialogo tra le parti. Le conciliazioni sono molto rare, ma spesso sono riuscito a trasformare una giudiziale in consensuale. Alla base delle separazioni, oltre ai tradimenti, ci sono anche motivi economici e purtroppo anche episodi di violenza a danno delle donne. Ci sono poi situazioni di persone che vanno in difficoltà economica dopo il divorzio e non possono pagare quanto stabilito in sede di accordo o situazioni che si “incattiviscono” anche dopo una intesa iniziale».
rp
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