Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli ha bloccato un’articolata frode fiscale che ha coinvolto numerose imprese nazionali e comunitarie operanti nel settore della chimica e dei solventi. Frode caratterizzata da una rilevante massa impositiva sottratta all’Erario e una ingente evasione dell’Iva perpetrata attraverso un ingegnoso sistema di transazioni commerciali con soggetti comunitari e non (Romania, Slovenia, Serbia).
Nel mirino delle Fiamme Gialle ascolane sono finite due imprese di Ascoli che utilizzavano lo schema cosiddetto della “frode carosello”. Coinvolti ben 35 soggetti giuridici diversi i quali, attraverso l’emissione di fatture riferite a operazioni inesistenti da parte di società cc.dd. “cartiere” e l’interposizione di altre società “filtro” create ad hoc, hanno conseguito l’illecito risparmio di imposta negli Stati dell’Unione Europea – tra cui appunto l’Italia – e i Paesi comunitari dove sono ubicate le imprese coinvolte nella frode.
L’attività del nuovo reparto di “polizia economico-finanziaria” ha consentito alla Guardia di Finanza ascolana di ricostruire i rapporti economici e commerciali tra queste società e rilevare false fatturazioni per oltre 12 milioni di euro, per le quali sono state individuate anche le violazioni all’imposta sul valore aggiunto per circa 4,2 milioni di euro. Tre sono le persone denunciate all’autorità giudiziaria. Dovranno rispondere di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Ma nel dossier consegnato dalla Finanza alla Procura ci sono anche proposte di sequestro preventivo di beni e valori per oltre 2,6 milioni di euro.
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