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Riesplode il “caso led”, Matteucci:
«Era meglio la gestione del Comune,
spesi 800.000 euro in più»

ASCOLI - Ascoltati in commissione comunale il dirigente comunale Cristoforo Weldon e il geometra Lazzarini. Il presidente: «Stiamo monitorando la situazione alla luce delle lamentele dei cittadini. Ci sono stati anche casi di lampioni pubblici in proprietà private»
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Led spenti davanti alla Ragioneria

di Renato Pierantozzi

Il caso “led” torna a far discutere ed anche pesantemente la politica ascolana. A distanza di qualche anno dalla rivoluzione delle lampadine a risparmio, che tante polemiche scatenò compresa una fiaccolata di protesta in centro storico, ora è la volta dell’indagine della Commissione consiliare “Servizi comunali” presieduta dal consigliere Simone Matteucci. Giovedì pomeriggio la commissione ha ascoltato il dirigente comunale Cristoforo Weldon e il geometra Lazzarini per fare il punto della situazione circa il funzionamento dei led affidati dapprima al socio privato di Ascoli Servizi Comunali (Ecoinnova) e poi all’Opera Light di Cartoceto (Pesaro). Matteucci non risparmia bordate. «Abbiamo richiesto i documenti per vedere quali benefici sono stati ottenuti -dice – con questa operazione anche in ambito economico. Comunque stiamo monitorando la situazione, zona per zona, alla luce anche delle lamentele dei cittadini.

Simone Matteucci

Ci sono anche stati casi di lampioni pubblici presenti su proprietà private. Da parte mia -continua Matteucci- resto convinto che il Comune avrebbe dovuto fare questa operazione. Mi è stato risposto che non c’era il personale. Ma alla fine per potenziare le zone dove non si vedeva bene sono stati installati 300 punti luce in più per una spesa di 800.000 euro». Intanto giungono segnalazioni di un cambio delle lampadine a led come nel caso di via Sacconi con il risultato di una luce molto più forte rispetto a quella erogata fino a pochi giorni fa. Miracoli della tecnologia.


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