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L’ex capitano Di Donato:
«L’Ascoli può puntare ai playoff
e prepararsi al prossimo per tornare in A»

SERIE B - Bianconero per sei anni, ora allena l'Arzignano, primo in classifica nel girone C della Serie D. Il sogno, un domani, è la panchina bianconera («sarebbe un onore»). Sull’avambraccio sono indelebili i tatuaggi dell’Ascoli e del Palermo
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Di Donato (accanto a Soncin) in tribuna al “Del Duca” il 18 maggio 2018 in occasione di Ascoli-Brescia (Foto Edo)

di Bruno Ferretti

Con 413 partite è terzo nella classifica assoluta delle presenze di tutto i tempi in Serie B dietro Cagni (483) e Tamburini (418). La metà (207, con 3 gol) le ha disputate con l’Ascoli dove è stato sei anni, dal 2007 al 2013, lasciando un segno importante. E, soprattutto, un grande ricordo. Daniele Di Donato, centrocampista, adesso si sta mettendo in evidenza anche come allenatore sulla panchina dell’Arzignano (Vicenza), neo capolista del girone C della Serie D. «Fuori casa abbiamo fatto più punti di tutti e con le ultime due vittorie esterne consecutive abbiamo raggiunto l’Adriese in vetta – dice Di Donato – ho la fortuna di allenare un gruppo di ragazzi in gamba che mi seguono e in campo danno tutto. Speriamo di continuare di questo passo».

Di Donato giocatore e capitano bianconero

Di Donato, 43 anni, abruzzese di Roseto ha iniziato la carriera di tecnico nelle giovanili del Modena, poi ha allenato la Jesina in D prima di trasferirsi ad Arzignano. Ascoli (6 anni) e Palermo (4) sono le sue squadre del cuore che porta impresse sulla pelle con due tatuaggi. «Ad Ascoli sono stato benissimo e i colori bianconeri mi sono rimasti dentro – prosegue l’ex capitano – seguo da lontano e devo dire che la squadra è stata costruita bene. Si vede che alle spalle c’è una dirigenza che funziona e ha idee chiare. L’Ascoli ha le carte in regola per puntare ai playoff anche se in questo momento é un po’ indietro. Ci sono ancora 16 partite e margini per recuperare».

«L’Ascoli – aggiunge – quest’anno deve puntare ai playoff e preparare la squadra per puntare alla promozione nel prossimo campionato. Degli attuali giocatori bianconeri conosco personalmente solo Beretta che è stato con noi ad Ascoli per un anno proveniente dal Milan. Fare l’allenatore è completamente diverso rispetto al lavoro di calciatore. Non conosco Vivarini, ma mi sembra molto equilibrato e preparato, per questo lo stimo. Un domani io allenatore dell’Ascoli? Sarebbe un sogno, anzi un onore. Significherebbe essere arrivati a certi livelli. L’Ascoli è una società storica e prestigiosa del calcio italiano».


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