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Dai “Disoccupati piceni”
proposte e iniziative anti-crisi

ASCOLI - Il gruppo lancia l'ennesimo appello invitando la cittadinanza all'incontro del 7 marzo alla libreria Rinascita. «I sindacati potrebbero organizzare assemblee unitarie tra tutte le categorie, pubbliche e private, per chiarire meglio il contesto e sensibilizzare ulteriormente il territorio. La dignità dei cittadini deve essere al primo posto»
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«Invitiamo tutti giovedì 7 marzo alle ore 16 alla libreria Rinascita di Ascoli per un dibattito aperto nel corso del quale presenteremo proposte e nuove iniziative anti-crisi». L’appello è del gruppo “Disoccupati piceni”, che aggiunge: «Senza diritti per i nuovi lavoratori, non c’è ridistribuzione della ricchezza, è inevitabile il calo del fatturato e degli ordini per l’industria. Manca la tutela del potere d’acquisto dei salari e l’equiparazione tra lavoro pubblico e privato è ancora un lontano miraggio. Anche l’ultima analisi dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro conferma la grave crisi dell’edilizia, è quindi opportuno e urgente aprire una profonda riflessione sulle probabili cause di questa situazione. La precarietà e la nuova flessibilità, introdotte solo nella contrattazione per le aziende private, impediscono ai nuovi lavoratori, considerati attuale anello debole del mercato economico, di potere investire sul mattone. Contratti occasionali, paghe ridotte e la mancata tutela del potere d’acquisto dei redditi familiari, scesi sensibilmente negli ultimi anni, aggravano ulteriormente le condizioni».

«Senza dimenticare le migliaia di lavoratori – aggiunge “Disoccupati piceni” – che hanno perso il lavoro e non percepiscono più, un reddito adeguato per una vita dignitosa, costretti a limitare i consumi per sopravvivere. Questa settimana il Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione del centenario per la firma del primo contratto nazionale, ha ricordato la volontà e l’importanza di porre la “dignità della persona al centro nel primo contratto nazionale di lavoro”. Questa scelta fatta più di secolo fa – incvalza il gruppo – appariva lungimirante, diretta a evitare una competizione nella produzione di merci basata sul peggioramento delle condizioni di lavoro e sul taglio dei salari piuttosto che sulla capacità d’innovazione. A cent’anni, da quella firma, la questione non è stata risolta completamente, permangono ancora forti disuguaglianze tra lavoro pubblico e privato. Serve ritrovare la giusta sinergia tra le parti sociali e industriali, per trovare una soluzione condivisa. Sicuramente, i sindacati potrebbero organizzare assemblee unitarie tra tutte le categorie, pubbliche e private, per chiarire meglio il contesto e sensibilizzare ulteriormente il territorio. La nostra visione è diretta verso una società migliore, in cui la dignità dei cittadini deve essere al primo posto».


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