Ben 1.000 firme in due settimane: sono quelle raccolte dal comitato “No al muro, sì al mare – Cupra Marittima” nato per appoggiare il “no” dell’amministrazione comunale al progetto di Rete Ferroviaria Italiana che vorrebbe istallare barriere alte fino a 7 metri e mezzo (10 metri se si parte dal livello stradale) lungo la tratta del territorio cuprense, come misura di contenimento dell’inquinamento acustico provocato dal passaggio dei treni.
In programma c’è anche un consiglio comunale aperto sul tema, mentre «gli uffici tecnici stanno predisponendo la documentazione da inviare alla Regione a sostegno della non conformità urbanistica dell’opera» come spiega l’assessore Mario Pulcini.
Una simulazione del muro che dovrebbe vedere la luce a Cupra
Le adesioni alle due petizioni, quella online su Firmiamo.it e quella cartacea promossa con molti punti di raccolta e in Comune, sono arrivate da ogni parte d’Italia e d’Europa, con interventi anche dagli Stati Uniti. Residenti, cuprensi che vivono all’estero, turisti, hanno fatto sentire la propria voce in difesa del territorio.
«Il problema del progetto barriere, al di là della questione paesaggistica che pure è rilevante -spiega Giovanni Ciarrocchi, per 29 anni tecnico dell’ufficio urbanistica del comune di San Benedetto del Tronto- è anche in quello che non si vede. Per stabilizzare la barriera saranno piantati nel terreno pali lunghi 9 metri a una distanza di 3 metri uno dall’altro, con lavori che dureranno anni, svolti principalmente di notte perché di giorno passano molti più treni.
Utilizzando escavatrici di rilevanti dimensioni. Tradotto significa: decine di parcheggi eliminati, intere aeree a ridosso della ferrovia espropriate temporaneamente, vie di accesso alla spiaggia chiuse al traffico per intere stagioni, rumore notturno per tutte le persone che vivono vicino alla ferrovia. Immaginiamo tutto questo in estate. Per cosa poi? Per ritrovarsi un muro di plastica lungo tutta la ferrovia che non risolve del tutto il problema».
«Non abbiamo fondato un comitato perché pensiamo che il rumore dei treni sia sopportabile: se c’è inquinamento acustico, il problema deve essere risolto. Ma con altre soluzioni -aggiunge Guenter Richter, che dalla Germania ha scelto il paese alto di Cupra per vivere-. Alternative alle barriere ci sono e nel resto d’Europa si stanno già sperimentando, intervenendo, come tra l’altro vuole la legge, sulla fonte del rumore prima di tutto».
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