La sede della Polizia Municipale (Foto Andrea Vagnoni)
di Renato Pierantozzi
Ha preso il via questa mattina in Tribunale il “maxi processo” che vede da una parte 56 vigili urbani ascolani (tra agenti ed ufficiali) e dall’altra l’Amministrazione comunale. Il ricorso dei vigili si basa su 9 punti partendo proprio dall’illegittimità dell’orario di lavoro applicato dall’Arengo a uomini e donne del Corpo di Polizia Municipale. Sotto accusa in particolare ci sono le domeniche e le festività che non verrebbero pagate in più o comunque “compensate” con un giorno di riposo supplementare così come previsto dal contratto collettivo nazionale. Di fronte al giudice Andrea Pulini sono comparsi così gli avvocati delle parti. Per il Comune era presente la coordinatrice dell’avvocatura Sabrina Tosti. Alla fine il giudice ha deciso di riservarsi una decisione sul prosieguo della causa. Da parte dei ricorrenti non ci sarebbe stata la richiesta di ascoltare testimoni. Ora si attende soltanto la prossima mossa del giudice.
IL CASO DEI FESTIVI – Tornando alla causa, riguardo al pagamento dei festivi infrasettimanali, l’Arengo si trincera dietro al pagamento della cosiddetta indennità di “turnazione” pari ad una cinquantina di euro al mese. Questa cosa, però, è uno dei motivi che ha fatto scattare la causa “collettiva” che, in caso di vittoria, creerebbe un bel problema alle finanze del Comune visto che si fa rifermento al periodo degli ultimi dieci anni. I ricorrenti infatti chiedono infatti la condanna dell’Arengo al risarcimento del danno con una serie di maggiorazioni ed anche per il periodo antecedente il 2005 “in via equitativa”, rimettendosi quindi alla decisione del giudice. Secondo il Comune, che ha deciso di costituirsi nel processo con una delibera approvata dalla giunta comunale, non ci sarebbero irregolarità anche alla luce della relazione del comandante della Polizia Locale.
LA VERTENZA ALLEVA – Poco dopo la causa dei vigili, il Comune si è dovuto difendere anche in un altro procedimento di lavoro. Questa volta il ricorso era stato presentato dalla dottoressa Piera Alleva che nel corso di una delle numerose riorganizzazione della “macchina burocratica” comunale era stata spostata dalla segreteria generale ai servizi sociali. Uno spostamento che sapeva tanto di “retrocessione”. E così è scattata la vertenza. La causa è stata aggiornata al prossimo 2 luglio. Il giudice ha accolto l’integrazione della lista dei testimoni. E’ stata anche chiesta anche l’acquisizione di alcune registrazioni ritenute particolarmente interessanti per il contenuto.
Domeniche e festivi “gratis”: 56 vigili urbani fanno causa all’Arengo
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