La piazza di Spelonga piena per un’edizione della Festa Bella
di Luca Capponi
Un evento storico che neanche il terremoto può sconfiggere. Un evento grazie a cui, nel 2016, molti ragazzi di Arquata si salvarono. Erano ancora lì al termine delle danze, anziché dentro le case che poi sarebbero crollate alle 3,36 di quel maledetto 24 agosto.
L’alzata dell’albero
Se la Festa Bella aveva già prima un grande valore simbolico, oggi questo valore è cresciuto a dismisura. E’ per questo che a Spelonga nessuno mai ha pensato che potesse arrivare il momento di cedere, facendo sì che la rievocazione diventasse oblìo. Non è mai successo nel corso dei decenni, non succederà ora.
«Le Festa Bella si farà, nonostante le difficoltà» è il ritornello che va per la maggiore. Ci sono già le date principali: il 4 agosto il taglio dell’albero nel bosco del Farneto, il 9, 10 e 11 il trasporto fino a Spelonga, il 17 la spettacolare alzata del palo.
Questa particolare celebrazione che si tiene ogni tre anni, infatti, punta a rievocare la partecipazione di un manipolo di spelongani alla Battaglia di Lepanto del 1571 attraverso la ricostruzione della nave su cui si imbarcarono i 150 valorosi uomini. Una festa fatta di passione, memoria, appartenenza e sudore che ogni volta rapisce e attrae migliaia di visitatori. Il programma, negli anni, è divenuto via via più corposo grazie a concerti, gastronomia, incontri e iniziative collaterali di ogni tipo.
«Sarà così anche nel 2019 -ribadisce il vicesindaco di Arquata Michele Franchi-. E’ nostro compito mantenere le tradizioni, così come accaduto l’anno scorso, ad esempio, con la “Discesa delle fate” di Pretare. Spelonga, seppure con problemi, ha la fortuna di essere meno colpita di altre frazioni. Dobbiamo togliere le ultime messe in sicurezza e valutare la possibilità di vie di fuga ma non ci sono problemi, finora ci sono stanti tanti interventi in tal senso ma se si dovessero presentare delle difficoltà abbiamo già un piano b».
L’idea, infatti, è quella di organizzare l’evento esattamente dove si teneva prima, tra la piazzetta davanti alla chiesa di Sant’Agata (una delle location principali dove nel 1968 Pietro Germi girò il film “Serafino” con Adriano Celentano) e le vie strette del borgo.
«Nei prossimi giorni -conclude Franchi- renderemo note anche le date relative agli eventi culturali. Questa festa, nata per rievocare una guerra, vuole essere una festa di pace e rispetto, lo stesso che raccomandiamo nei confronti della montagna e dei luoghi a chi vorrà partecipare. Confidiamo nell’aiuto di tutti e speriamo che per agosto a livello ricettivo si possa recuperare qualcosa, anche se la vedo dura».
L’anima e la tempra del popolo di Spelonga sono più vive che mai. E non vedono l’ora di dimostrarlo ancora una volta al mondo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati