Campo da paddle
al posto della tensostruttura:
insorgono i cittadini

SAN BENEDETTO - I residenti di Porto d'Ascoli sul piede di guerra. Lanciano una raccolta firme e chiedono anche un approfondimento da parte della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti. Nel mirino il Centro sportivo Eleonora e la convenzione sottoscritta dal Comune e dalla società che lo gestisce
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Acque agitate a Porto d’Ascoli dove i cittadini insorgono con una raccolta firme e chiedendo “un appronfondimento” da parte della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti. Motivo del contendere è la convenzione sottoscritta dal Comune di San Benedetto con la società che gestisce il Centro sportivo Eleonora “di cui abbiamo scoperto l’esistenza – scrivono – perchè sono stati avviati i lavori di costruzione di un campo da paddle nello stesso campo dove sarebbe dovuta sorgere la tensostruttura prevista nella versione precedente della convenzione”. E aggiungono: “Tutta la convenzione che riguarda il Centro sportivo si reggeva sul fatto che il privato avrebbe costruito il complesso ottenendone la gestione e i relativi profitti per 25 anni, ma tutto in funzione dell’interesse pubblico., cioè delle città. Tale interesse si sostanziava nella costruzione della tensostruttura che sarebbe servita ai ragazzi della scuola media “Luigi Cappella” per svolgere le lezioni di educazione fisica soprattutto nei mesi più freddi. Non capiamo – insistono – perché tale proposta di modifica della convenzione sia stata fatta dal Comune e non dal privato, e quale migliore vantaggio pubblico scaturisce dall’eliminazione di questo potenziale servizio per gli studenti in favore di un campo da paddle, se non l’incremento degli introiti per la società che gestisce il centro?”

Poi passano alle questioni più… tecniche, con tre domande: “Visto che la realizzazione della tensostruttura era un’opera pregiudiziale nel progetto di convenzione – si chiedono – a questo punto sono state rilasciate tutte le documentazioni di collaudo del caso? Se infatti la tensostruttura non è stata realizzata, come si può aver dichiarato la fine dei lavori?  Senza fine dei lavori come può essere stato effettuato il collaudo?”. Al Comune chiedono quindi una risposta “poiché ad essere in ballo è la sicurezza nostra e dei nostri figli. In tutto questo riteniamo inaccettabile che l’Amministrazione comunale, che si vanta di fare della partecipazione la sua bandiera, abbia modificato su un punto qualificante come questo la convenzione del Centro sportivo senza consultare i genitori dei ragazzi della scuola, interpellato il comitato di quartiere e i residenti. E che lo abbia fatto oltretutto tramite una delibera di giunta evitando quindi anche il coinvolgimento del Consiglio comunale – concludono – nonostante l’atto modifichi le condizioni della gara fatta nel 2015 come si può verificare dopo aver consultato gli atti pubblicati all’epoca”.


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