Nell’epoca della passività, lo spiraglio:
sala Kursaal sold out per Galimberti

GROTTAMMARE - Pubblico in piedi per il filosofo, intervenuto per il venticinquennale della palestra Body Line. Un momento di festa si è trasformato in un happening culturale da ricordare. Il grande pensatore ha spaziato attraverso i secoli sviscerando l'eterno dualismo fra corpo e anima
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di Walter Luzi

Il filosofo fa il pieno. Alla sala Kursaal le sedie non sono bastate per ascoltare la lezione di Umberto Galimberti su “Il corpo in Occidente”. Tantissimi quelli in piedi, tanti, i più giovani, accovacciati addirittura per terra. Un successo di pubblico clamoroso, e inatteso, forse, anche per gli stessi organizzatori, per una iniziativa patrocinata dal Comune.

Galimberti durante la sua dissertazione

Quella che doveva essere infatti il clou della celebrazione per il venticinquennale di attività della locale palestra Body Line, rappresentata dai titolari Vincenzo Agostini e Roberto Casagrande, è diventato così un grande happening culturale. Tanta attenzione confortante nell’epoca del rincretinimento globale. Che dovrebbe preoccupare quanto il riscaldamento planetario. Il settantasettenne professore monzese ha parlato per oltre un’ora catalizzando l’attenzione del pubblico che lo ha più volte applaudito. Filosofo, sociologo, psicoanalista, pensatore, accademico, giornalista, nonché scrittore di lungo corso con oltre una trentina di opere firmate, Galimberti ha spaziato con le sue immense conoscenze attraverso i secoli sviscerando l’eterno dualismo fra corpo e anima. Tema impegnativo, ma che il professore è bravo a non rendere mai pesante, tanto meno noioso, per la vasta ed eterogenea platea.

L’argomento era già stato introdotto nel corso dei brevi saluti iniziali dal sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini, entusiasta conoscitore della materia, e della dottoressa Silvia Bellagamba. Plurilaureata quest’ultima in Scienze Motorie con successiva specializzazione in Attività motoria preventiva e adattata, docente all’Università di Urbino in Posturologia Applicata e Rieducazione Funzionale, nonché collaboratrice storica in qualità di istruttrice della palestra Body Line.

Il parterre di ospiti

Partendo dall’assunto che la salute non è solo assenza di malattia ma un benessere complessivo esteriore e interiore, fisico e psichico, con Galimberti il livello del convegno prende quota e si dirama. Storia e religione, filosofia e medicina, scienza e teologia, si intersecano continuamente nel corso dei secoli evolvendo le conoscenze e le coscienze sul grande tema di fondo: il corpo ha un’anima? Le contraddizioni del Cristianesimo, l’unica religione monoteista che vede Dio farsi corpo, carne e sangue. Dai grandi filosofi dell’antica Grecia, “Corpo carcere dell’anima” secondo Platone, fino ai giorni nostri, passando per Sant’Agostino e Nietzsche, Cartesio e Marx.

L’intervento del sindaco Piergallini

Una lunga e appassionata cavalcata, fra ricorrenti citazioni in latino, greco e aramaico, sulle ali delle principali culture occidentali, giudaico-cristiana in primis, fino all’avvento con la Psichiatria, dei “medici dell’anima”. Depressi, maniaci e isterici sospesi senza trovare equilibrio fra passato, presente e futuro. Ma anche l’anima che può sostenere un corpo ferito, malato, menomato. E si cita in proposito Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore tornato ad allenarsi in piscina sulla sedia a rotelle: l’anima che sostiene il corpo a vincere la paralisi. Platea attenta, rapita, ma, in larghissima parte, dopo un’ora di ascolto delle più profonde dissertazioni filosofiche, anche molto, molto più consapevole della propria, abissale e incolmabile, ignoranza.

Finale di serata con il pubblico a interagire con il professore sui temi quotidiani dei giorni nostri. I padri che non hanno più niente da insegnare ai propri figli, la pornografia preferita ai sentimenti, la socializzazione vera azzerata dai social, la generazione dei sempre connessi senza più scopi, obiettivi nella vita. L’ottimismo cristiano, motore dell’Occidente per secoli, che credeva nel futuro di  salvezza, smentito dalla modernità malata. Il futuro non è più una promessa, ma una minaccia.

 


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