di Maria Nerina Galiè
Non è un addio ma un arrivederci quello del ristorante “Il Ruspante” di Roccafluvione al suo paese. Lo afferma senza esitazione Luigi “Gigi” Argira, lo storico proprietario, mentre con le lacrime agli occhi annuncia il suo imminente, ma provvisorio, trasferimento ad Ascoli. Sarà aperto a Roccafluvione fino a domenica 24 marzo a pranzo, per riaprire il 1 aprile in corso Vittorio Emanuele nei locali dell’ex “Picchio d’oro”. Lo farà «in punta di piedi» dice. Ma sa bene che non sarà così. Un po’ perché il suo personaggio, vulcanico e compagnone, proprio non lo implica. Un po’ perché l’esercizio è ormai un simbolo ed il tam tam della sua delocalizzazione ha fatto presto il giro dei numerosi clienti ed amici sparsi in tutta Italia.
L’edificio di viale della Resistenza, a Roccafluvione, ha bisogno di una ristrutturazione. Il terremoto del 2016 non lo ha risparmiato e «del resto dopo oltre 47 anni – sostiene – era anche ora di rinnovare». Una scelta difficile quella di Gigi ma altrettanto entusiasmante. Sostenuto dalla sua famiglia, la moglie Anna Maria Orsini, compagna di vita e di lavoro, e il figlio Quirino, 41 anni, che ha seguito le orme paterne, è pronto per la nuova sfida. «Il nome del ristorante me lo porto dietro – avvisa lasciando presagire ciò che ne consegue – riuscirà a “ruspantizzare” la città – spiega Quirino – molto prima che diventi lui “cittadino”. Per prima cosa si è comprato un braciere per la sua rinomata carne alla griglia che non dovrà mancare».
Nella centralissima via del capoluogo, insieme all’insegna, la famiglia Argira metterà in valigia la genuinità della cucina e la simpatia coinvolgente che l’ha contraddistinta fin dal 1972, anno in cui «a malincuore e su sollecitazione di mio padre Quirino (lo stesso nome del nipote, ndr) – racconta Gigi – mi sono congedato dall’Arma dei Carabinieri per aprire il ristorante. Allora lavoravo a Roma, al Comando generale. Potevo diventare “qualcuno”. Ma adesso posso solo dire grazie a mio padre. Per merito suo ho avuto grandissime soddisfazioni dalla vita». Il 1972 è anche l’anno in cui si sposa con Anna Maria, ponendo le basi di un sodalizio inattaccabile.
«Ricordo gli inizi dell’attività come se fosse ora – continua Gigi – un giorno c’era un tavolo da servire, il giorno dopo due, poi tre. Pian piano il locale si riempiva di clienti soddisfatti». E tornavano sempre più numerosi per le ricette di mamma Clorinda (lo stesso nome della nipote, l’altra figlia di Gigi, ndr) che Anna Maria continua a tramandare mettendoci anche del suo, con prodotti derivati dall’azienda agricola di famiglia. «C’erano papà Quirino – aggiunge – che era un trascinatore e mio fratello Stefano con la sua famiglia. Tutti insieme abbiamo portato avanti un bel lavoro di squadra». Diventando ben presto punto di riferimento anche della “squadra”, quella dell’Ascoli Calcio della Serie A di Costantino Rozzi, che non mancava di festeggiare al Ruspante ogni vittoria o evento importante. «Anni indimenticabili che hanno segnato il nostro successo» ricordano non solo Gigi, ma anche le foto ed i poster che ancora campeggiano sulle pareti del locale.
L’attività negli anni si è allargata, con l’aggiunta del ristorante “Il Vecchio Mulino”, sempre a Roccafluvione, ora gestito da Stefano. Il “marchio di fabbrica” dei fratelli Argira, che è poi il segreto del loro successo, è rimasto invariato in una unione improntata di «amore, passione e spirito di sacrificio» come sottolineano. Se Roccafluvione si prepara al saluto, ma solo momentaneo ribadiscono gli Argira, Ascoli li aspetta a braccia aperte. Primo tra tutti il sindaco Guido Castelli. «Si è subito reso disponibile nei nostri confronti» dicono. E’ di qualche giorno fa un video ricordo su Rozzi e Tonino Carino trasmesso da “Quelli che il Calcio”, contenente momenti salienti all’interno del Ruspante. Così pure l’intervista a Gigi su Rai Sport per uno speciale su Carlo Mazzone, per lui come un fratello maggiore. In autunno, il Ruspante ha conquistato il digitale trionfando a “C’è posto per 30?”, gara culinaria condotta da Max Giusti. Non c’è dubbio. Alla fine Gigi Ruspante “qualcuno” lo è diventato davvero.
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