di Maria Nerina Galiè
Chiamatele pure “gattare”, si sentiranno onorate Martina Brandimarti e Valentina Settimi, rispettivamente presidente e vice dell’associazione “Zampe e code felici”, fondata a Comunanza il 13 settembre 2018 e che conta già più di 1.000 tesserati. La loro missione? Recuperare, curare e salvare dal randagismo e dall’abbandono gatti e cani del territorio, in attesa che trovino una casa e padroni pronti ad accoglierli amorevolmente.
E’ Martina a raccontare come è nata l’iniziativa e come si destreggiano tutti i giorni, lei e la manciata di collaboratori, tra veterinari e coccole. La presidente, 32 anni con un figlio di 10 che si chiama Giovanni «ed è già un validissimo collaboratore» precisa la mamma, attualmente vanta un parco gatti composto da Tigro e Mila, i suoi, Blondie vittima di un incidente stradale in convalescenza dopo un’operazione, un micio con un tumore al musetto, una femmina in procinto di partorire ed altri con problemi più o meno gravi, assistiti dai veterinari Daniel Micozzi e Hena Annavini, con studio a Sarnano e Comunanza. L’associazione è riuscita a far adottare una ventina di animali. Altri sono stati assicurati in strutture preposte. «A Lapedona – spiega – c’è la Fondazione “Gioia e Romeo”, che dispone di un rifugio ben attrezzato a cui facciamo riferimento spesso. Si trova lì Bibi, una maremmana rifiutata dai precedenti proprietari perché rimasta zoppa dopo un intervento alle zampe. C’era una femmina di pastore tedesco, con tanto di pedigree, lasciata smagrita e sfruttata ai fini della riproduzione. E’ stata sterilizzata poi adottata».
Ad ispirare Martina è stato Tigro. «L’ho travato tre anni fa – racconta – e tenuto con me, scoprendo quanto siano fantastici questi animali. Si è così alzato il mio livello di attenzione e istinto di protezione nei confronti di altri cani e gatti vittime di storie tristi». Come quella di Nocciolina, una cagnolina vecchia e cieca, investita a Comunanza. «L’ho soccorsa – aggiunge – strappandola a morte sicura. In quel periodo ho saputo che non ero l’unica a volermi dare da fare in questa direzione. Ho conosciuto Giovanna Barcella, originaria di Bergamo dove ora è tornata, ma che viveva a Comunanza. E’ stata la mia mentore e mi sostiene ancora. E Valentina, di Montefortino. Le due già seguivano le colonie feline che si trovano numerose in diversi Comuni dell’entroterra, portando da mangiare e provvedendo a proprie spese alla sterilizzazione». Da lì a decidere di mettere su un’associazione il passo è stato breve. Il gruppo si sostiene con i tesseramenti, 10 euro l’anno, e con le donazioni volontarie. Organizza sfilate e mostre cinofile e gattofile a Comunanza o partecipa a quelle organizzate da altri. Due in programma a breve. La gara di bellezza amatoriale cinofila, domenica 24 marzo in via della Libertà, e una manifestazione sulla pet therapy con l’istruttore Andrea Zenobi, il 6 aprile.
«Il mio obiettivo – continua la presidente – è realizzare un grande rifugio per cani e gatti dove possano trovare cure e un riparo sicuro. Vogliamo poi far capire alle persone l’importanza della sterilizzazione, per evitare la diffusione di malattie ma anche una sovrappolazione».
In una società in continua evoluzione, sta mutando anche il rapporto tra l’uomo e l’animale domestico, dove diventa a tutti gli effetti un componente del nucleo familiare. Se è fortunato. Diversamente, viene relegato a status symbol o, peggio, abbandonato se non fa più il suo dovere.
«A chi vuole allargare la famiglia ad un amico a quattro zampe – si appella Martina – chiedo di non comprarlo, ma adottarlo. Ce ne sono tantissimi che non aspettano altro che ricambiare l’affetto che riceveranno».
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