Piero Celani e Marco Fioravanti
di Adriano Cespi
Una candidatura piovuta dall’alto quella di Marco Fioravanti. Che non piace all’intero elettorato di centrodestra e che sta creando forti malumori in Forza Italia e, soprattutto, nella base leghista, quella dei gazebo e dei banchetti, che, appena un paio di settimane fa, era scesa in piazza inneggiando ad Antonini sindaco. Una candidatura romana quella del giovane presidente del Consiglio comunale, imposta dal presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che, nell’ottica della ripartizione nazionale, durante un faccia a faccia con Matteo Salvini, ha preteso fortemente che Ascoli finisse al suo partito premiando, quindi, Fioravanti. Talmente ferma la volontà di spuntarla che l’ex ministro del Governo Berlusconi quater era arrivata al punto di rinunciare a Pesaro (il cui candidato sindaco è Nicola Baiocchi, segretario comunale del suo stesso partito) pur di ottenere il capoluogo Piceno.
Marco Fioravanti
FORZA ITALIA E LA SETTIMANA DELLE DECISIONI ESTREME
Se nella Lega sono gli attivisti ed i simpatizzanti a lanciare segnali di forte disapprovazione per il “regalo”, così viene percepito dai molti, fatto a Fratelli d’Italia, in Forza Italia sono gli stessi vertici regionali ad essere delusi ed insoddisfatti. Eloquenti le dichiarazioni rilasciate, a caldo, subito dopo l’ufficializzazione della candidatura Fioravanti, dal commissario regionale Marcello Fiori e dal senatore azzurro Andrea Cangini. “Ci saranno ripercussioni”, avevano tuonato. Ripercussioni che, col montare dello scontento della base forzista ascolana, composta anche di elettori delle liste civiche che, nel 2014, determinarono la vittoria di Guido Castelli, al primo turno, col 59% dei voti, sarebbero arrivate sui tavoli dei vertici nazionali del partito. E che potrebbero provocare un terremoto nel centrodestra ascolano. Si tratta di indiscrezioni naturalmente, nessuna ufficialità per ora, ma che trovano credibilità per l’autorevolezza delle fonti da cui trapelano. Sembrerebbe, insomma, che, qualora Fioravanti non facesse, spontaneamente, un passo indietro, rinunciando alla candidatura a sindaco, Forza Italia potrebbe anche rompere l’unità della coalizione e correre da sola. Con quale candidato? Secondo queste fonti con Piero Celani, vice presidente del Consiglio regionale e figura rappresentativa non solo del partito di Berlusconi, ma anche di un ampio elettorato moderato. Ieri Celani ha partecipato tra l’altro all’assemblea nazionale di Forza Italia a Roma dove Berlusconi ha compattato il partito in vista del voto amministrativo ed europeo del 26 maggio.
Piero Celani
CELANI E IL FRONTE MODERATO DELLE LISTE CIVICHE
L’ex sindaco, infatti, potrebbe ottenere l’appoggio di diverse liste centriste come “Pensiero Popolare Piceno” che fa capo all’assessore all’Urbanistica, Luigi Lattanzi; “Movimento Ascolano” dell’ex assessore comunale Claudio Travanti; “Ascoli per Ascoli” dell’ex assessore, Davide Aliberti. E avrebbe dalla sua anche altri noti esponenti politici ascolani come il presidente della commissione Servizi comunali, Simone Matteucci; Walter Gibellieri e il fratello, l’assessore al Bilancio, Daniele Gibellieri; oltre agli ex Udc Francesco Viscione e Attilio Acciaccaferri; e perfino, come ultim’ora, l’ex assessore, Cesare Celani. Per non parlare dell’ex senatore Udc, Amedeo Ciccanti, ideatore del progetto del polo antisovranista che, in un’ipotesi di voto ballottaggio, potrebbe calamitare su Celani anche i consensi della componente moderata del Pd, quella che fa capo all’ex deputato, Luciano Agostini. Insomma, sarà una settimana lunghissima quella che inizia domani. Sette giorni decisivi, determinanti, in cui si giocheranno le sorti della candidatura Fioravanti e, in particolare, del futuro del centrodestra ascolano.
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