di Franco De Marco
«Sono convinto che ad Ascoli il centrosinistra, se si presenta unito, alle prossime comunali possa vincere». Lo afferma l’ex vice presidente della Regione Antonio Canzian, ex Pd, ora impegnato nel comitato civico “Ascolto & Partecipazione” che ha candidato a sindaco il cardiologo Mimmo Nardini. Canzian lancia un messaggio di distensione al Pd. Tenta di ricucire lo strappo o gli strappi con i Dem. Fa un tentativo per ricompattare lo schieramento di centrosinistra. Annuncia anche che alle europee voterà per il Partito Democratico. Sposta lo scenario pure alle regionali del 2020.
La candidatura a sindaco di Nardini, avanzata da “Ascolto & Partecipazione”, è stata giudicata quasi una “imposizione”. O lui o nessuno. Come si fa a dialogare con questa premessa?
Emidio Nardini
«E’ vero. La nostra proposta è stata considerata da qualcuno una sorta di “lesa maestà”. Non era nelle nostre intenzioni ma non si può negare che sia fondata su ragioni politiche chiare e trasparenti. Io ho solo espresso alcune considerazioni personali. Ho cercato di parlare con chiarezza partendo da due premesse. La prima. Nella situazione che si va prefigurando sono convinto che ad Ascoli si possa vincere riportando a votare non solo tutti gli elettori di centrosinistra (di cui il Pd interpreta certamente una parte importante, ma non sufficiente), ma anche molti elettori genericamente di centrodestra che sono davvero stufi delle Amministrazioni Celani prima e Castelli poi. La seconda. La candidatura di Nardini è una candidatura forte, autorevole, al di fuori dalle beghe dei partiti, un professionista serio e stimato, riconoscibile da tutto il nostro elettorato, in grado di portare un consenso di suo e di trovarlo anche oltre, di riaccendere, come già sta avvenendo, la voglia di cambiamento che anche Ascoli esprime».
Lo vede che non ammette discussione su Nardini?
«No. Al Pd, che è in una fase di difficoltà qui come altrove, e che è comunque centrale per costruire un’alternativa di centrosinistra non solo nel paese, ma anche nella nostra città (e che io voterò alle prossime elezioni europee…tanto per essere chiari), abbiamo semplicemente detto: se davvero il centrosinistra vuol vincere ad Ascoli vi “offriamo” questa candidatura, fate uno sforzo politico anche se vi costa, anche se vi sono resistenze al vostro interno, ma cogliete questo passaggio politico delicato per dimostrare, non solo a noi, ma soprattutto ai cittadini, la vostra disponibilità a ricostruire un tessuto unitario di centrosinistra. Abbiamo cioè offerto al Pd non solo un candidato che riteniamo vincente, ma anche una ragione politica importante e per noi decisiva».
Antonio Canzian
A questo punto che cosa si aspetta dal Pd? Che faccia marcia indietro su Pietro Frenquellucci?
«E’ evidente che la responsabilità della scelta non può che essere del Pd: credo che questo sia facilmente comprensibile. E aggiungo: tale scelta sarebbe ancor più necessaria in previsione delle regionali del prossimo anno in cui questo territorio esprimerà, molto probabilmente, il candidato presidente del centrodestra. E un conto sarà aver ricreato le premesse per un centrosinistra unito o addirittura vincente a maggio nella città di Ascoli, un altro presentarsi perdenti e ancora una volta divisi e lacerati. Solo di questo ho parlato qualche giorno fa con chiarezza e non in politichese come sono obbligati a fare i partiti.
Oggi non si tratta di aggiungere un altro simbolo vicino a quello del Pd, si tratta di ricostruire la proposta di un centrosinistra unito su presupposti nuovi per i contenuti e per le persone che lo devono rappresentare. Una strada peraltro percorsa dal centrosinistra in tante altre realtà cittadine piccole e grandi. Volente o nolente è su questi temi che anche il Pd ascolano deve ragionare, confrontarsi e, se vuole, dare una risposta, perché a lui spetta la responsabilità principale di una scelta: in un senso o in un altro. “Ascolto e Partecipazione” più di questo non può fare. Se poi la nostra proposta è stata considerata da qualcuno una sorta di “lesa maestà”, non era nelle nostre intenzioni, ma non si può negare che sia fondata su ragioni politiche chiare e trasparenti».
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