di Epifanio Pierantozzi
Fatti contro chiacchiere. E’, in estrema sintesi, il programma del neonato Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, ovvero l’ospedale di San Benedetto. Infatti, alla fine di una “cronaca di chiusura mai annunciata”, il presidente – ex medico al Pronto Soccorso e memoria storica degli ultimi quanrant’anni di sanità pubblica – Nicola Baiocchi sfida i politici tutti a confronti dati alla mano, per nulla disposto a replicare a dichiarazioni e scritti in politichese. Da una parte i dati di un lento e nascosto (dietro tuonanti annunci e striscianti sottrazioni) declino del nosocomio locale, dall’altra i “politici di Pisa”: di notte decidono insieme, di giorno litigano. In mezzo tanti sambenedettesi, e non solo, che non vogliono perdere il loro punto di riferimento sanitario.
Veniamo a oggi. Nonostante l’ora infelice, alle 11 nella sala consiliare c’erano tante persone come per i Consigli comunali più infocati. Quello di Baiocchi è stato un riassunto dei fatti che ha puntato su due cose di cui soffre il “Madonna del Soccorso”: malnutrizione cronica e cancro non diagnosticato. Così, grazie a una comprensibile presentazione di slide sul grande schermo, il racconto di Baiocchi ha ripercorso gli ultimi anni di sanità regionale tra Macerata e Ascoli. Il Piceno ne esce malconcio, con meno fondi e tagli di personale, a parità di terremoto.
Tanto per “dare i numeri”: nel dopo terremoto l’Area Vasta 3 (Macerata) ha avuto 39 persone in più nel settore sanitario, l’AV 5 (Piceno) ben 41 in meno! Non parliamo di finanziamenti. Nel 2018 il Piceno 16 milioni, il Maceratese 30. Al centro del mirino di Baiocchi, e cioè del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, c’è un governatore Ceriscioli, che viene citato così: “Un ospedale di base più uno di primo livello dividerà le risorse economiche del Piceno, è sempre meglio un’unica struttura”. «Come San Severino, a 24 km da Macerata, che va così bene al punto che, dopo averlo valorizzato con 15 milioni di euro, si parla di ‘una attività sanitaria di maggior peso e di qualità» conclude Baiocchi, che poi fa una richiesta: «Ridateci solo quello che avevamo nel 2002. Quei reparti e quei servizi. Non vogliamo di più».
Peccato solo che nel 2002 all’ospedale di San Benedetto c’erano tutte le specialità, meno un paio. Ora rischia di diventare un ricovero buono solo per la riabilitazione. Quella per la salvezza del Madonna del Soccorso si annuncia una battaglia difficile, lunga e “senza prigionieri”, per questo il presidente del Comitato, Nicola Baiocchi, chiede aiuto a tutti i cittadini, pazienti e… impazienti che siano.