Guido Castelli e Marco Fioravanti
di Adriano Cespi
Guerre interne, candidature bocciate, partiti in rivolta. Il centrodestra, al voto comunale del 26 maggio, si presenta più diviso che mai. Col candidato sindaco di Fratelli d’Italia, Marco Fioravanti, fortemente indebolito dalla dura presa di posizione delle forze alleate: Lega e Forza Italia. Ed in particolare dalla veemente protesta della base leghista e dall’altrettanto rigida presa di posizione dei vertici regionali forzisti che, subito dopo l’incoronazione romana del giovane presidente del Consiglio comunale, hanno espresso apertamente tutto il loro malcontento. Popolo “verde” imbufalito per la bocciatura del proprio candidato Andrea Antonini e per la conseguente “promozione” di un politico, Fioravanti appunto, poco rappresentativo dei valori fondanti della Lega. Elettorato “azzurro” perplesso e disorientato da una decisione piovuta dall’alto e poco rispettosa della volontà delle molte liste civiche e di 20 anni di amministrazione a guida forzista. Risultato? Una spaccatura che, seppur non dichiarata apertamente (difficile modificare una scelta ufficializzata con tanto di firme apposte sull’accordo da parte dei leader nazionali, Salvini, Berlusconi e Meloni), col passare dei giorni emerge in tutta la sua evidenza attraverso i fatti e, soprattutto, le intenzioni della base dei due partiti. Non tanto per aver sollecitato il commissario regionale, nel caso Lega, Paolo Arrigoni, a convincere Salvini a ritirare il “Sì” su Fioravanti; e in Forza Italia, il coordinatore Marcello Fiori, a fare altrettanto con Berlusconi; quanto, invece, per un’intenzione che, in queste ore, starebbe prendendo forma e che rischierebbe di sparigliare le carte di una campagna elettorale che si presenta già infuocata.
IL RISCHIO VOTO DISGIUNTO – Sarebbero molti, infatti, quelli che, in queste ore, seppur non esternandolo ufficialmente, evidenzierebbero, nei faccia a faccia partitici, il rischio del non voto o, addirittura, il pericolo del voto disgiunto. I vertici locali, in sostanza, starebbero ragionando sul peso elettorale che lo scontento esploso intorno alla candidatura di Fratelli d’Italia avrà su tutta la coalizione. E, in particolare se, nel segreto dell’urna, questo malcontento potrà alla fine sfociare in un vero e proprio voto di protesta “camuffata”. Camuffata perché, pur premiando il proprio partito di appartenenza attraverso l’indicazione del nominativo di un consigliere comunale da eleggere, i più “arrabbiati” alla fine potrebbero apporre la tradizionale croce sul nome di un altro candidato sindaco. Bocciando, di fatto, una scelta percepita come non ascolana e imposta dall’alto (tra l’altro da Forza Italia non è stata ancora smentita l’indiscrezione, pubblicata ieri da Cronache Picene, di una non partecipazione alle elezioni).
FIORAVANTI STASERA INAUGURA LA SEDE ELETTORALE – Fioravanti però va avanti spedito nella sua corsa verso l’Arengo. E stasera, alle 21, alla presenza dell’ex deputato Fdi, Guido Crosetto, e del coordinatore regionale Fdi, Carlo Ciccioli, inaugurerà la sua sede elettorale di via delle Primule 41 a Monticelli.
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