Luigi Lattanzi, Piero Celani ed Attilio Lattanzi durante la presentazione di Pensiero Popolare Piceno (Foto Edo)
di Adriano Cespi
Sala gremita, tre hostess all’ingresso a consegnare pieghevoli e volantini, il conduttore, Alberto Crementi, microfono in mano, ad intrattenere il pubblico e creare ulteriore pathos all’evento. E poi la musica, sparata a palla, come nelle convention americane. Per presentare la sua lista civica, l’assessore all’urbanistica, Luigi Lattanzi, studia tutto alla perfezione. Perfino l’entrata in scena dei protagonisti, i 32 giovani aspiranti consiglieri comunali (unica faccia nota quella di Attilio Lattanzi, fratello di Luigi, e attuale consigliere di maggioranza: «Qui nessuno arriva da altre ed opposte esperienze politiche») e, soprattutto, lui, il più atteso, il candidato sindaco Piero Celani. Pochi secondi e al ritmo di “The final countdown”, brano rock degli Europe, i «miei ragazzi», definiti così da Lattanzi, fanno ingresso nella Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani.
Uno alla volta, col conduttore a scandire i loro nomi. E giù applausi. Fino all’ingresso di Celani che fa schizzare in alto i decibel dell’applausometro. Si comincia: la lista civica “Pensiero Popolare Piceno” entra ufficialmente in campagna elettorale. A sostegno di Celani. «Immaginavo tanta gente, ma non così -commenta Celani-. Del resto quando si muove la macchina da guerra dei fratelli Lattanzi il popolo ascolano risponde sempre presente. A dimostrazione che se si amministra bene la cosa pubblica, con onestà e impegno, i cittadini ti restano vicini».
L’entusiasmo è alto. «Grazie a tutti di cuore -interviene Lattanzi -. Perché siamo qui? Perché non abbiamo voluto accettare una candidatura piovutaci dall’alto, nata a Roma e non qui sul territorio (il riferimento è al candidato sindaco di Fratelli d’Italia, Marco Fioravanti, ndr). Noi a questa decisione imposta dai vertici abbiamo detto no. Dopo dieci anni di un sindaco di destra (Guido Castelli, ndr) non potevamo accettare, da moderati e centristi, di appoggiare un altro esponente di destra. Noi siamo moderati, siamo il vero centrodestra ascolano. E Celani non può che essere il nostro candidato sindaco naturale, l’unico in grado di rappresentare i nostri principi cristiani, che si richiamano al Partito Popolare Europeo, che vanno dalla famiglia tradizionale, madre e padre, seppur nel rispetto delle diversità, alla solidarietà verso chi ha meno, fino alla condivisione: nel fare, nel programmare, nel lavorare per restituire ai nostri concittadini quella dignità che molti sentono di aver perso nel rimanere disoccupati. Perché se non avere un impiego da giovani è una cosa grave, perderlo a 40 o a 50 anni, con figli da mantenere, è devastante».
La Sala della Ragione gremita
Lattanzi prosegue: «E allora io e Piero (Celani, ndr) ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: sigliamo un patto. Impegnamoci per restituire ad Ascoli quel benessere che non c’è più, benessere che solo il lavoro può dare. Insomma, il nostro obiettivo primario, se gli ascolani ci premieranno alle elezioni, sarà quello di creare nuovi posti di lavoro». E’ un programma ambizioso quello di Pensiero Popolare Piceno, nato dopo riunioni e incontri tenuti con i 32 candidati consiglieri. «Alla fine è uscita fuori un’agenda del fare davvero molto ricca -puntualizza l’assessore -, un programma corposo e di facile realizzazione che consegneremo ufficialmente a Celani e che diventerà la piattaforma programmatica sulla quale il vero centrodestra ascolano, cioè noi, si muoverà».
LE COSE DA FARE
Ma quali sono i punti salienti? A spiegarli sono gli stessi candidati consiglieri che, dagli scranni della sala della ragione, li annunciano uno per uno. Si parte, quindi, dall’incremento del turismo, in particolare quello culturale, con la creazione di nuovi spazi ricettivi attraverso B&B e nuovi hotel, all’inserimento tra i siti Unesco della necropoli longobarda di Castel Trosino, fino alla riappropriazione dei tesori attualmente conservati nel museo dell’Alto Medioevo a Roma: un modo per richiamare sempre più vacanzieri e farli restare in città. Per andare poi al rilancio dell’Università con la creazione di laboratori di restauro e l’azzeramento delle tasse per quegli studenti in linea con gli esami. Fino al dare la possibilità ai negozianti di rimanere aperti anche nei giorni festivi. E concludere con la creazione di piccoli laboratori artigianali in piazza della verdura e con la riappropriazione da parte del Comune dei parcheggi, operazione propedeutica alla creazione di un nuovo piano traffico con l’accesso nelle ore serali e in orari di apertura delle attività commerciali dei cinque varchi. «Ma il grande arriverà dal progetto Carbon -sottolinea Lattanzi-. Con quei 350 metri cubi di area residenziale con case non più alte di quattro piani. Sono convinto che si riusciranno a creare molti posti di lavoro. E vorrei inoltre far notare che se uno opera con oculatezza, anche a livello ambientale tutto può essere migliorato: il parco verde che si andrà a creare sarà il più grande delle Marche».
«ASCOLI BLOCCATA PER DIECI ANNI, DOBBIAMO RENDERLA ATTRATTIVA»
«Molti mi chiedono ma chi te lo fa fare di candidarti a sindaco? -si rivolge l’ex presidente della Provincia alla platea -. Ebbene, il motivo è uno. Ascoli e gli ascolani mi hanno dato tanto, mi hanno permesso di fare il sindaco 10 anni e poi il consigliere regionale. Ora voglio restituire, in termini di conoscenza ed esperienza, tutto quello che ho ricevuto. Per questo lavorerò affinché la nostra città diventi attrattiva, solo così potremmo invogliare turisti, da una parte, a venire a visitare il capoluogo, e nuovi imprenditori, anche forestieri, dall’altra, ad investire sul territorio. Ma occorrono più servizi. Non si può pensare che un imprenditore venga qui quando poi per arrivare a Roma ci vogliono 3 ore. Il collegamento con la Capitale va velocizzato. Così come quello con l’A24».
«Ascoli per dieci è stata una città bloccata -va avanti Celani-. I servizi vanno riportati in centro, solo così la gente tornerà a rivivere il cuore cittadino. Se decentriamo tutto al Ciip o in altre zone in centro non verrà più nessuno. Ma ci tengo a precisare una cosa. Sento molti soloni dire che abbiamo venduto i parcheggi alla Saba. Qui nessuno ha venduto nulla. Io sono arrivato nel 1999, che già c’era una convenzione siglata dalla precedente amministrazione col privato che chiudeva al traffico il centro nei quattro ponti. E la Saba, che è un privato, acquistò dal privato, che era la Parcheggi Azzurri, quella convenzione per la costruzione e la gestione dei parcheggi e degli spazi di sosta cittadini. Noi l’abbiamo solo migliorata, siglando abbonamenti coi residenti del centro da 10-12 euro l’anno. Ora ci impegneremo perché i parcheggi tornino di proprietà del Comune».
Infine, il nodo dell’ospedale unico a Pagliare. «Sono convinto che questo progetto non prenderà mai il via -chiosa il candidato sindaco-, ma pensate voi quanti anni ci vorranno prima che l’opera sarà ultimata: decenni. Per questo dobbiamo lavorare per restituire ai due nosocomi, il “Mazzoni” di Ascoli e il “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, il livello di eccellenza che meritano e che avevano fino a qualche tempo fa. Altro che ospedale unico».
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